Starlink, il potere di un uomo solo sul corso del conflitto
Il limite ignoto L'inchiesta del New York Times
Il limite ignoto L'inchiesta del New York Times
«Senza Starlink non possiamo volare, non possiamo comunicare», dice al New York Times un anonimo vicecomandante ucraino. La testata americana ha dedicato un’inchiesta al programma di connessione internet via satellitare di SpaceX, una delle compagnie di Elon Musk. Dalla quale emergono chiaramente i pericoli di avere un uomo solo al comando di un progetto tanto imponente da contare più del 50% dei satelliti attivi intorno alla terra (4.500) e da pianificare di mandarne in orbita 42.000 nel giro di pochi anni.
Pericoli illustrati proprio dalla condotta di Musk rispetto alla guerra in Ucraina – nel Paese, dopo la richiesta di aiuto seguita all’invasione russa, si trovano 42.000 terminali Starlink. Dopo aver proposto (non si sa a che titolo) un piano di pace che prevedeva l’annessione alla Russia di territori ucraini, il miliardario si è rivolto al Pentagono perché non voleva più coprire i costi dell’operazione, si è detto contrario all’utilizzo delle sue tecnologie in operazioni offensive e – dicono due fonti anonime al Nyt – ha spento 1.300 terminali Starlink nel Paese dopo che il governo ucraino non ha potuto pagare la tariffa mensile di 2.500 dollari per ciascuno. Oltre a usare il geofencing per restringere a suo piacimento l’accesso a internet lungo il fronte. A giugno, il segretario della Difesa Lloyd Austin ha approvato l’acquisto di 500 terminali in modo che non sia più Musk ad avere il controllo totale dell’accesso a internet in Ucraina, rendendo ancora più evidente il disallineamento fra la politica estera americana (e le istituzioni di qualunque paese al mondo) e le decisioni di un uomo solo: il più ricco del mondo.
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