Spada arrestato, pestaggio aggravato dal contesto mafioso
Ostia L’aggressore del giornalista di Raidue fermato per lesioni e violenza. La procura: «Intimidazione propria delle organizzazioni mafiose»
Ostia L’aggressore del giornalista di Raidue fermato per lesioni e violenza. La procura: «Intimidazione propria delle organizzazioni mafiose»
Una giornata di dichiarazioni sgomente per lo Stato che lascia zone del Paese abbandonate a se stesse e rassicurazioni sulla reazione ferma delle istituzioni. E così, a metà pomeriggio è arrivato il fermo di Roberto Spada, prelevato in casa dai carabinieri per via della testata e delle percosse alla troupe Rai di Nemo davanti alla palestra che gestisce a Nuova Ostia. L’accusa è violenza privata aggravata dal metodo mafioso, reato che prevede pene fino a 5 anni e, quindi, l’arresto. «Il fermo di Roberto Spada è la dimostrazione che in Italia non esistono zone franche», ha chiosato il ministro degli Interni Minniti. Il capo della polizia Gabrielli, dal canto suo, segnala come sul territorio del Municipio sciolto per infiltrazioni mafiose nel 2015 verranno prese nuove iniziative. La testata di Roberto Spada, insomma, creerà probabilmente enormi problemi al clan ostiense che ha occupato lo spazio lasciato vuoto dopo gli arresti contro i calabresi Fasciani, di cui erano la manovalanza locale – spacciavano la loro merce.
Gli altri a cui la reazione di Roberto Spada rischia di ritorcersi contro sono i fascisti del terzo millennio. Appena raccolto il 9%, additati da tutti come ago della bilancia del ballottaggio tra la candidata di un centrodestra spostato sempre più a destra, Monica Picca, e la 5 Stelle Giuliana Di Pillo, oggi quelli di Casa Pound si trovano a difendersi dall’accusa di essere collusi con i clan. E negano risolutamente: con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il vice capo Simone Di Stefano e i due leader locali, il candidato presidente Marsella e la capolista, sua compagna e portavoce dell’organizzazione, Carlotta Chiaraluce.
La linea dell’organizzazione di destra è chiara: condanna della testata ma in forma arzigogolata, rivendicazione del proprio lavoro e negazione di una relazione tra il successo elettorale e il rapporto con il clan Spada. «L’aggressione al giornalista (non chiamato per nome, per ricordare che in fondo di un giornalista si tratta) non può essere imputata a Casa Pound, perché Roberto Spada non è un nostro iscritto», dice De Simone. Chiaraluce invece segnala come i voti presi da Casa Pound a Nuova Ostia sono in linea con quelli presi negli altri quartieri popolari del X municipio: «Noi le percentuali più alte le abbiamo prese ad Acilia, con il 15%, a Nuova Ostia il 13%, a Infernetto l’11%. Le forze politiche che hanno preso più voti sono il centrodestra e i 5 Stelle. Perché chiedete conto solo a Casa Pound?».
Quella che suona clamorosa è la rivendicazione del ruolo che la palestra degli Spada svolge a Nuova Ostia: in un quartiere dove non c’è nulla quello è l’unico luogo dove i bambini possono andare a fare qualcosa». L’altro messaggio è sul ballottaggio: «Casa Pound insultata da tutti, non da indicazioni di voto per nessuno» dice Chiaraluce.
Che CasaPound prenda le distanze dagli Spada è un po’ ridicolo: le amicizie e le frequentazioni sono antiche e certi disvalori sono cultura comune. Del resto, la festa di piazza dove Marsella viene fotografato con Spada era organizzata assieme con la palestra. La presenza di Spada non era occasionale. Come del resto testimonia la locandina che la promuoveva, firmata appunto da Casa Poun e dalla palesta di Spada.
A Nuova Ostia naturalmente il clima è elettrico. «I giudizi oscillano dai «Sbattetela dentro per sempre quella feccia» a «la Mafia sono il palazzo e i giornalisti di chi lo difende» – racconta Silvio, militante di sinistra locale – La verità è che queste cose succedono da anni, che certi metodi qui li conoscono i migranti e i militanti che hanno provato a mettere piede qui». Che il mondo a ondate si indigni per il territorio abbandonato e lo dipinga come viene dipinto in Suburra è una cosa che fa comodo, in fondo, sia agli Spada – che per questo trovano solidarietà – che a Casa Pound, che “difende l’onore” di Ostia. Oggi il discorso su Mafia Capitale è limitato alla località litoranea, mentre invece tutto succedeva a Roma e coinvolti erano i partiti che hanno governato negli ultimi dieci anni.
Sul commissariamento e sull’abbandono del territorio è cresciuta Casa Pound, che ha fatto campagna elettorale permanente per due anni, anche facendo un po’ di welfare per i poveri italiani – contrapposti agli immigrati, naturalmente. E sull’abbandono si è rafforzato il clan Spada. Per anni.
Chi ha reagito in passato cercherà di nuovo di farlo: la lista Laboratorio Civico X, che sosteneva il prete anti usura De Donno, ha convocato una manifestazione per domani, sabato: «Fermiamo la violenza fascista e mafiosa», il comunicato recita «Sono anni che si respira questo clima, dispiace che sia questa aggressione a risvegliare l’attenzione su una situazione stranota». La sindaca di Roma ha invitato tutti ad andare e siccome ha più voce pubblica, sembrerà che la manifestazione la convochi lei. La verità, lo si legge ancora nel comunicato, è che «saranno i cittadini antifascisti a scendere in piazza, perché la mafia è una montagna di merda e noi sappiamo da dove arriva».
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