La situazione sui fronti aperti di Kharkiv sarà pure stabilizzata, ma per il capoluogo regionale non c’è tregua. Nella sola giornata di ieri 4 diversi attacchi hanno colpito la città dalle prime ore dopo la mezzanotte di venerdì fino alla tarda serata. Nel pomeriggio gli attacchi più devastanti, che hanno colpito un centro commerciale e dei palazzi residenziali nei pressi del centro.

DI FRONTE al centro commerciale Epicenter, che in Ucraina è una catena di grandi negozi per il fai da te e l’edilizia, i pompieri hanno lavorato per ore per spegnere l’incendio che ha distrutto un’intera ala del magazzino, arrivando anche a vernici e prodotti chimici a giudicare dalla puzza insopportabile che si respirava nell’aria e dal denso fumo nero. A terra due cadaveri (più tardi ne sarà ritrovato un terzo all’interno, e un quarto è morto in serata) e, al momento di andare in stampa, si contano almeno 35 feriti, 8 dei quali sarebbero in condizioni gravi. La polizia ha diffuso un video in cui chiede a chi era parente di uno dei dispersi, 16 in tutto in base alle ultime notizie di ieri, di effettuare un test del Dna per verificare l’identità delle vittime.

«SI È TRATTATO di due ordigni sganciati da caccia, due attacchi diretti con bombe teleguidate, quindi l’obiettivo dei russi era proprio il centro commerciale» ha dichiarato il governatore dell’oblast di Kharkiv, Oleg Sinegubov, che abbiamo incontrato nell’ampio piazzale antistante l’edificio bombardato. «Secondo le nostre informazioni, al momento dell’attacco c’erano circa cinquanta persone all’interno». «Ma quale poteva essere l’obiettivo?» chiediamo. «Terrorizzare la popolazione locale: hanno capito chiaramente che il supermercato funzionava, che c’erano persone all’interno. È sempre così: pochi giorni fa l’attacco alla tipografia dove si trovavano delle persone al lavoro, oggi questo… l’unico obiettivo che hanno è distruggerci come nazione». Dopo l’intervista abbiamo perlustrato la zona nei pressi del grande magazzino, a una prima indagine possiamo confermare che non abbiamo trovato obiettivi sensibili nei pressi dell’Epicenter. Mentre ispezionavamo l’area un nuovo allarme ha fatto correre tutti nei ripari e, malgrado non si sia udita alcuna esplosione, poco dopo siamo venuti a sapere che un altro missile russo è caduto nel parco centrale della città ma che la testata non è esplosa. A parte un gran buco nel terreno, nessun ferito e nessun danno.

Il governatore nelle ultime settimane è stato molto attivo sui social a proposito dell’offensiva russa e per questo gli abbiamo chiesto se può confermare la dichiarazione di Zelensky di ieri mattina, ovvero che l’avanzata russa è stata bloccata. «In effetti il nemico ha tentato ben 13 volte di penetrare più a fondo nel nostro territorio sia a Vovchansk sia in direzione di Lyptsy, ma finora non ha avuto successo. La linea del fronte ora è stabilizzata». E quali saranno le prossime mosse degli ucraini? «Ci sono stati tentativi di contrattacco, ma erano finalizzati a migliorare la posizione tattica, la posizione effettiva sul terreno in previsione di una battaglia più lunga».

MA SONO STATI gli ucraini stessi ad ammettere che qualcosa non ha funzionato nell’organizzazione militare e infatti l’Ufficio investigativo statale ha addirittura aperto un’indagine su una delle Brigate di stanza a Kharkiv per «atteggiamento negligente nei confronti del servizio militare». Si tratta della 125° Brigata, accusata di «non aver organizzato adeguatamente la difesa delle posizioni al confine dell’oblast di Kharkiv» e avere di conseguenza «portato alla perdita di posizioni, equipaggiamento militare e personale delle unità». L’accusa più grave, finora, è quella di «abbandono di posizione» che porterà sul banco degli indagati oltre 30 tra ufficiali e capisquadra ucraini. A Sinegubov abbiamo chiesto conferma di questo procedimento penale. «Attualmente è in corso un’indagine preliminare sulle azioni di alcuni gruppi militari che si trovavano sul confine nel momento in cui i russi hanno avanzato nei primi giorni» ha risposto, «ma dobbiamo attendere le conclusioni ufficiali dei pubblici ministeri».

POCO DOPO LA FINE dell’intervista un pompiere che coordinava le operazioni ha urlato «missile balistico!». Tutti, dai pompieri ai giornalisti e i semplici curiosi hanno iniziato a correre lontano verso la strada. «Non state vicino alle macchine!» gridava uno, «a terra, non muovetevi» ripeteva un altro. Appena il pericolo è sembrato passato , l’esplosione c’è stata davvero. Ma non vicino a noi. L’aria ha tremato, segno che si è trattato di un ordigno di grosso calibro (Iskander, secondo alcune fonti locali) e si è sentito un gran boato a una distanza impossibile da calcolare. Poco dopo siamo arrivati sul posto, stavolta in centro città, in un’area densamente popolata. Secondo il sindaco di Kharkiv, Igor Terekov, sono stati colpiti «una palazzina residenziale, un ufficio postale, un parrucchiere e un bar». L’ultimo aggiornamento che abbiamo ricevuto è di 14 feriti, tra cui due adolescenti. In nessuno dei tre casi da Mosca è giunta una rivendicazione degli attacchi.

A SEGUITO degli attacchi, fonti locali ucraine hanno dichiarato che i Sukoi russi che hanno attaccato Kharkiv sono decollati dalla base “Baltimora”, nella regione di Voronezh. «Hanno potuto agire indisturbati» accusano gli ucraini «perché gli alleati non vogliono che colpiamo il territorio russo con le loro armi, eppure in Crimea già lo facciamo da tempo». A fine giornata, le autorità russe di Belgorod hanno accusato Kiev di aver bombardato il villaggio di Oktyabrsky con sistemi d’arma a lancio multiplo occidentali causando due vittime e 10 feriti. Le autorità ucraine non hanno commentato.