Visioni

Sono sempre i tempi ruggenti dei Rolling Stones

Sono sempre i tempi ruggenti dei Rolling StonesRolling Stones – foto Ansa

Note sparse Un libro di Fabio Ruta sulla storica band

Pubblicato più di un anno faEdizione del 25 aprile 2023

A scatenare i fan è stato sufficiente, sul finire dell’anno scorso, un lancio del Sun che assicurava imminente il ritorno in studio dei Rolling Stones con materiale nuovo, a 17 anni dall’ultimo album di inediti. Secondo il tabloid Ron Wood avrebbe indicato la prossima estate come possibile data di uscita del nuovo album, e non solo: nel disco saranno presenti alcune tracce di batteria postume di Charlie Watts. Prima di Wood, anche Keith Richards aveva svelato di essere al lavoro su numerose linee di basso per il nuovo album.

La redazione consiglia:
Rolling Stones, 60 anni rock
UN NUOVO DISCO degli Stones, si sa, è sempre e comunque un avvenimento. Lo stesso non si può dire di un nuovo tomo su Jagger e soci. Con tutto quello che si è già scritto, pubblicare un altro libro (anzi due) sulla band inglese sa parecchio di scommessa impossibile. Invece Fabio Ruta con The Rolling Stones. Sessanta Leccate di Rolling Stones (Edizioni Underground?) gioca e vince quello che parrebbe un azzardo impossibile. L’opera si struttura in due libri distinti: La Macchina del Tempo degli Stones e Talking About The Band. Il primo racconta la band come un’astronave in viaggio nel tempo, salpata dalla Swinging London e passata per le proteste del 68, la guerra del Vietnam, la rivoluzione sessuale, le trasgressioni e le droghe, i mega tour mondiali, e planata fino alle città fantasma dei lockdown e al nuovo conflitto nel Vecchio continente. Rivisitando discografia ufficiale, carriere soliste, bootleg, colonne sonore ed esibizioni live alla luce degli eventi che si succedevano nei sessant’anni di carriera della band, l’autore delinea un grande affresco della storia sociale, politica e culturale che i Rolling Stones hanno attraversato, lasciando un graffio inconfondibile nella cultura e nella poetica degli ultimi decenni.
Il volume si struttura con interviste a musicisti, scrittori, registi

CON INTERVISTE a musicisti, scrittori, giornalisti, discografici, fotografi, artisti, studiosi e semplici fan, nel secondo volume Fabio Ruta prova a definire l’influenza della band su generazioni di musicisti e artisti di varia estrazione, del rapporto con moda, arti visive e controcultura. Il principio dell’eterogeneità degli intervistati affronta la complessità delle sfaccettature che riguardano gli Stones e la loro strepitosa carriera. La capacità di influenzare non solo la musica e altre forme d’arte ma, più in generale, il cambiamento sociale tout court è una caratteristica che Jagger e soci incarnano come pochissimi altri. Questo è probabilmente dovuto all’eccezionale longevità della band, che si traduce in una potenza simbolica in grado di innestarsi sull’immaginario di diverse generazioni.
Nel libro le interviste più significative sono ovviamente quelle a chi ha incrociato le Pietre Rotolanti di persona. Il discografico Massimo Bonelli. L’armonicista Sugar Blue, reclutato da Mick Jagger per la registrazione di Some Girls mentre faceva busking nella metropolitana di Parigi. Oliviero Toscani, autore di una foto di Jagger scattata nel 1973 a Saint Tropez dopo una partita a carte a casa di Elsa Martinelli. E poi il chirurgo, ex sindaco di Roma Ignazio Marino, che confessa di operare col sottofondo degli Stones e Fabio Fabbri, degli Stormy Six, gruppo spalla dei Rolling Stones nel 1967° Milano.

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