È stata lei, la vera Priscilla Presley, a regalare un po’ di emozione alla conferenza stampa del film di Sofia Coppola incentrato sulla sua vita. Non era previsto un suo intervento, ma quando la domanda di un giornalista la interpella direttamente, non si tira indietro. «Mi sono rispecchiata soprattutto nel finale» afferma la donna – che, come aveva già raccontato nella sua autobiografia su cui si basa il biopic, decise di mettere un punto al matrimonio con Elvis.

«È molto difficile guardare un film sulla propria vita e sul proprio amore. Sofia ha fatto i compiti, è un ottimo lavoro – dice Presley, che deve interrompersi più volte per la commozione e che, sappiamo, ha perso la figlia Lisa Marie all’inizio dell’anno – quando ho conosciuto Elvis in Germania mi raccontò tutto di sé e soprattutto del suo dolore per la madre scomparsa, da lì è nata la nostra connessione anche se i miei genitori non capivano perché fosse interessato a una ragazza così giovane con tutte le donne che poteva avere. Me ne sono andata da lui non perché non lo amassi più ma perché la mia vita era diventata troppo difficile, e credo che questo sia un aspetto in cui tutte le donne possono rispecchiarsi».

La regista Sofia Coppola ha invece tenuto un basso profilo, quando le chiedono se il suo sia un film femminista – interpretazione motivata da più di una ragione – afferma di no, «ero interessata a tutto ciò che riguarda la crescita di una donna in un contesto così inusuale, ma è una storia d’amore come tutte, con i suoi alti e bassi».

ANCHE L’ATTORE che interpreta il re del rock, il giovane Jacob Elordi, quando interpellato sul suo stato d’animo nell’interpretare un personaggio di questo calibro, minimizza: «Non c’è spazio per la paura», prima di lanciarsi in una dichiarazione poco sensata sulle relazioni: «Mi colpisce la forza di questo amore anche nella violenza, è un legame eterno che non si spezza». Un giornalista in sala fa notare che quella di Priscilla è la versione più sinistra che sia mai stata data di Elvis, ma nessuno commenta. Anche sullo sciopero a Hollywood – quella di Coppola, che sarà distribuita da Mubi, è una delle produzioni che ha firmato con il sindacato l’interim agreement così da poter essere promossa dagli attori – la regista è telegrafica: «Siamo qui per supportare un film indipendente, spero che tutto si risolva presto perché ci sono tante persone che aspettano e che vogliono tornare a lavoro».