La Commissione europea ieri mattina ha avviato una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto degli obblighi sulla qualità dell’aria e ha deferito il nostro Paese alla Corte di giustizia per non aver rispettato gli obblighi di raccolta e trattamento stabiliti dalla direttiva sul trattamento delle acque reflue urbane.
In quest’ultimo caso, secondo la Commissione europea le informazioni presentate dall’Italia hanno evidenziato una diffusa inosservanza della direttiva in un totale di 179 agglomerati. La direttiva europea prevede che le acque reflue urbane siano raccolte e trattate prima di essere scaricate nell’ambiente. Le acque reflue non trattate possono comportare rischi per la salute umana e inquinano i laghi, i fiumi, il terreno e le acque costiere e sotterranee.

Per quanto riguarda l’inquinamento dell’aria, invece, Bruxelles ha denunciato che nel 2022 in Italia «ventiquattro zone» presentavano «valori limite giornalieri» di concentrazione dell’inquinamento superiori al consentito e una zona superava i limiti annuali. Per capire di quali zone si tratta basta sfogliare il rapporto Mal’aria di Legambiente, che si basa sui dati raccolti dalle centraline delle Arpa (Aziende regionali per la protezione ambientale) nei capoluoghi di provincia italiani.

Secondo Legambiente nel 2023 la città italiana che ha sforato più volte il limite massimo di inquinamento indicato da una direttiva europea del 2008, che è di 50 microgrammi al metro cubo di Pm10, è stata Frosinone. La stazione di monitoraggio dell’aria nella parte bassa della città ha rilevato che la soglia critica è stata superata per 70 giorni, più o meno un giorno a settimana. La direttiva europea prevede invece uno sforamento massimo di 35 giorni in un attimo. Al secondo posto c’è Torino, che nel 2023 ha superato la soglia dei 50 microgrammi di Pm10 in 66 giorni. Qui il 18 giugno del 2023 è cominciato il processo per inquinamento ambientale nei confronti degli ex sindaci Piero Fassino, del Pd, e Chiara Appendino, del Movimento 5 Stelle, e dell’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino (Pd), accusati dalla Procura della Repubblica torinese di non aver preso delle contromisure adeguate per arginare l’inquinamento fra il 2015 e il 2019, quando erano in carica. Sempre secondo i dati dell’Arpa, nel mese di febbraio i limiti delle polveri sottili a Torino sono stati sforati nel 58 per cento dei giorni.

Nella classifica di Legambiente, le altre città particolarmente inquinate sono Treviso, che ha sforato i limiti per 63 giorni, poi Mantova, Padova e Venezia che hanno superato i 50 microgrammi per metro cubo di Pm 10 per 62 giorni in un anno. Dall’inizio dell’anno Milano ha invece sforato i limiti di legge per 24 volte, facendo registrare fino a 111 microgrammi di polveri sottili per metro cubo. Secondo la società svizzera IQAir, che vende purificatori d’aria e monitora in tempo reale la qualità dell’atmosfera in tutta Europa, domenica 18 febbraio è stata la terza città al mondo per quantità di Pm 2,5 nell’atmosfera, subito dopo Dacca in Bangladesh e Lahore in Pakistan. In Pianura Padana, invece, una mappa elaborata dall’Agenzia spaziale europea (Esa), che ha analizzato i dati inviati dal programma satellitare Copernicus, ha messo in evidenza come nel mese di gennaio la soglia dei 50 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria sia stata superata in diversi giorni.

L’Italia ha ora due mesi di tempo per rispondere e «colmare le carenze». In assenza di una risposta «soddisfacente», la Commissione europea potrebbe deferirla di nuovo alla Corte di giustizia.