Internazionale

«Siete complici»: azione all’Europarlamento

«Siete complici»: azione all’EuroparlamentoL'occupazione della sede del Parlamento europeo – Simona Granati

Proteste Venti attivisti identificati dalla polizia. In serata manifestazione al Verano

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 11 novembre 2023

«Questa mattina presso la sede del parlamento europeo abbiamo fatto un’azione simbolica e pacifica con l’idea di consegnare ai rappresentanti dell’Unione europea una lista con tutti i nomi dei morti a Gaza, per sottolineare che non sono solo numeri ma persone con un nome e un cognome e rispetto alle quali non si può rimanere indifferenti o fare ragionamenti di tipo strategico-militare né tantomeno politico». È il racconto di un attivista di Yalla Roma, uno dei movimenti che ieri mattina ha occupato temporaneamente la sede del parlamento europeo a Roma. «Sono persone in carne e ossa che stanno sotto le macerie, famiglie distrutte che vivono in condizioni gravissime e per le quali non possiamo fare altro che chiedere un cessate il fuoco immediato».

LE VENTI PERSONE presenti sono riuscite a entrare dentro l’istituzione gridando «stop genocidio» e «cessate il fuoco». «L’Unione europea è complice non solo per il silenzio ma anche per il modo in cui sostiene le politiche e la militarizzazione israeliana», conclude il giovane di Yalla Roma. Una decina di attivisti e attiviste sono poi state inseguiti e identificati.
Sempre ieri, nonostante la pioggia, un centinaio di persone sono scese in piazza del Verano, a Roma, per manifestare la propria solidarietà con il popolo palestinese. «I riflettori sono tutti puntati su Gaza ma ricordiamo quello che Israele sta facendo in Cisgiordania – è intervenuta Maya del Movimento studenti palestinesi – I coloni armati fino ai denti commettono veri e propri pogrom contro i villaggi palestinesi, Jenin è sotto assedio da vari giorni, Ahed Tamimi (nota attivista palestinese) è stata nuovamente arrestata in base ad accuse completamente false. Ahed Tamimi, come ogni donna palestinese è il simbolo della resistenza e del coraggio. Noi palestinesi non vogliamo solo il cessate al fuoco, ma lo smantellamento di tutte le colonie illegali israeliane, la fine del regime di apartheid, e continueremo a lottare finché vedremo Netanyau e tutto il suo governo davanti alla corte internazionale dell’Aia».

NATA COME PRESIDIO, la manifestazione si è poi trasformata in un corteo. Dal Verano la gente si è spostata con le torce dei telefoni accese verso piazzale Aldo Moro, sede dell’università dove da due giorni le e gli studenti hanno occupato la facoltà di Scienze politiche. In piazza oltre a Potere al popolo, Rete dei comunisti, Cambiare rotta e Osa, erano presenti diverse associazioni pacifiste e solidali con la causa palestinese tra cui Bds e Wilpf Italia (associazione di donne ecopacifiste e femministe). Tra gli altri anche l’attivista Karem Rohana, vittima di un agguato lo scorso 24 ottobre: «Sto relativamente bene, mi sento più sicuro e vado avanti aspettando che la polizia mi contatti per farmi sapere se ci sono novità sulle indagini. Non tanto per una questione personale ma perché a livello simbolico il fatto che si possa picchiare per motivi politici o razziali, diventa un messaggio pericoloso per tutti, per i palestinesi e per gli israeliani».

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