Vietato fallire a Catania. Il centrodestra non contempla la sconfitta nella città ai piedi dell’Etna nonostante la disastrosa esperienza di Salvo Pogliese, costretto a dimettersi per ben due volte tra il 2020 e il 2022 per la legge Severino dopo la condanna per le “spese pazze” sostenute quando era deputato all’Assemblea regionale.

Sarà anche un test politico tutto interno, FdI intende mostrare i muscoli agli alleati per dimostrare chi comanda. E soprattutto di avere avuto ragione nella scelta di Enrico Trantino, l’avvocato attorno al quale il centrodestra è riuscito a trovare l’intesa dopo la fuga in avanti della Lega che aveva lanciato la parlamentare Valeria Sudano, costretta poi a digerire il ritiro delle gigantografie elettorali già affisse in giro per i quartieri nel nome dell’unità. Proprio nella Lega c’è tensione, i risultati di questa tornata potrebbero avere contraccolpi notevoli, si vocifera addirittura di un redde rationem capeggiato da Luca Sammartino, vice presidente della Regione e compagno di Valeria Sudano.

Tanta è la posta in palio che oggi per la chiusura della campagna elettorale il centodestra schiera i suoi pesi massimi: Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani. Controprova che non è ammesso sbagliare. Ci prova, comunque, il fronte progressista, in questo caso unito in sostegno di Maurizio Caserta, che tenterà di ribaltare i pronostici, magari con l’aiuto dell’ex sindaco Enzo Bianco che stava assaporando il sogno di tornare nella poltrona di palazzo degli Elefanti prima della mazzata ricevuta con la sentenza della Corte dei conti che lo ha dichiarato incandidabile per via della condanna per il dissesto finanziario del Comune. Anche qui c’è una partita nella partita, il M5s proverà a ottenere più preferenze del Pd, per convincere Giuseppe Conte a dare più spazio ai 5stelle siciliani nei posti che contano e fare comprendere al leader che la Sicilia è il bacino più affidabile anche se i fasti del ‘vaffa’ sono ormai un ricordo. Ieri Conte ha fatto tappa a Trapani e a Licata, oggi sarà a Modica, Ragusa e Siracusa. A cercare di animare il centrosinistra al rush finale c’hanno pensato Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde che ha incontrato ieri gli elettori ad Acireale e oggi sarà a Catania e a Siracusa, e Alessandro Zan che ieri sera è stato nella città etnea a fianco di Caserta.

Nel complesso sono 23 gli aspiranti sindaci – 81 le liste collegate – per le sfide elettorali nelle quattro grandi città al voto domenica e lunedì: oltre che a Catania si vota a Siracusa, Ragusa e Trapani. Il centrodestra si presenta compatto, tranne a Trapani dove non c’è la lista della Lega, perché l’uomo forte Mimmo Turano (assessore nel governo Schifani), nonostante abbia garantito fedeltà alla coalizione, non è riuscito a convincere molti dei “suoi” a schierarsi con Maurizio Miceli (FdI), appoggiato dal resto della coalizione. Pd e M5s sono alleati anche a Siracusa, mentre a Trapani e Ragusa si sfidano a viso aperto.

A Catania i candidati a sindaco sono sette, 19 liste per il consiglio comunale. Pd e M5s, con sei liste che raggruppano l’area progressista, sostengono Caserta, che tra gli assessori designati ha indicato, tra gli altri, l’ex ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Il centrodestra, con sette liste, punta tutto su Trantino, tra gli assessori designati c’è Marcello Caruso, il dirigente vicinissimo a Renato Schifani che ha spodestato Gianfranco Miccichè, costretto a lasciare la guida di Forza Italia e inedito spettatore in questa campagna elettorale. Gli altri cinque candidati sono Gabriele Savoca (due liste legate al movimento Sud chiama Nord di Cateno De Luca), Vincenzo Drago del Psdi, il consigliere comunale uscente Lanfranco Zappalà, Giuseppe Giuffrida (con lui l’associazione “Catania risorge” e l’ex pm Antonio Ingroia) e l’avvocato Giuseppe Lipera, in passato legale di Bruno Contrada.

Otto i candidati a Siracusa, 25 liste. Il centrodestra sostiene Ferdinando Messina, Pd e M5s appoggiano Renata Giunta. Gli altri sono l’uscente Francesco Italia, l’ex Fi Edy Bandiera, l’ex sindaco di Iv Giancarlo Garozzo, l’ex M5s Roberto Trigilio (sostenuto da Cateno De Luca), Michele Mangiafico (lista civica) e Abdelaaziz Mouddih detto “Aziz” (lista civica).
A Ragusa sono 4 i candidati, 17 le liste. Per il centrodestra Giovanni Cultrera (FdI), Riccardo Schininà è il candidato del Pd e di altre 4 liste, mentre il M5s corre con Sergio Firrincieli. In campo anche l’uscente Peppe Cassì, sostenuto da 5 liste civiche.
Anche a Trapani i candidati sono 4, con 20 liste in totale. L’uscente Giacomo Tranchida ha l’appoggio di dieci liste civiche tra cui quella che raggruppano esponenti del Pd, che si presenta senza simbolo. Il M5s sostiene l’ex dem Francesco Brillante. Nel centrodestra resta aperto il caso Lega: il Carroccio non si presenta col proprio simbolo, alcuni esponenti vicini al leghista Mimmo Turano sono nella lista Uniti per Trapani, ma a sostegno di Tranchida. Maurizio Miceli (Fdi) è appoggiato da cinque liste (Amo Trapani, Forza Italia, Miceli sindaco, Fratelli d’Italia, Mpa). Anna Garuccio, unica donna, è l’outsider e corre con una sola lista.

Giunto secondo alle regionali, dietro a Renato Schifani eletto governatore, Cateno De Luca prova infine a conquistare la poltrona di sindaco a Taormina, la perla jonica della Sicilia, dopo avere guidato in passato il Comune di Messina.