A quasi un anno dal sequestro di 48 milioni ad Esselunga, ora tocca a Carrefour. La procura milanese disvela ancora una volta le forme di sfruttamento dei lavoratori, lasciati sempre senza contributi previdenziali e assistenziali, e le connesse frodi fiscali nel mondo della grande distribuzione organizzata, guardando more solito ai meccanismi delle scatole di “società serbatoio” di manodopera. C’è tutto questo nel provvedimento d’urgenza con cui il nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza ha sequestrato, su delega del sostituto procuratore Paolo Storari, 64,7 milioni di euro a Gs spa, il gruppo di supermercati italiani di proprietà del colosso francese Carrefour, quarto più grande gruppo di vendita al dettaglio nel pianeta come reddito e vendite e secondo a livello europeo.

Le indagini che hanno portato al decreto di sequestro vedono al lavoro anche il Settore contrasto illeciti dell’Agenzia delle Entrate, perché secondo una prima stima “meritevole di approfondimento” ammonta a quasi 110 milioni di euro il potenziale danno erariale causato da Gs spa allo Stato italiano nei quattro anni, dal 2018 al 2022, su cui si sono focalizzate le indagini dei finanzieri. Pronti a evidenziare un sistema, come emerso appunto in altre inchieste analoghe come il caso Esselunga, attraverso il quale le grandi aziende si garantiscono “tariffe altamente competitive” sul mercato appaltando manodopera in modo irregolare per servizi di logistica e movimentazione merci, con un “sistematico sfruttamento dei lavoratori”.

Uno sfruttamento che li costringeva anche in questo caso alla cosiddetta “transumanza di manodopera”, che si verifica quando le società serbatoio, spesso costituite come cooperative, hanno vita aziendale breve, si alternano nel corso del tempo e vengono dismesse dopo aver accumulato “ingenti” debiti tributari. Con i lavoratori che vengono così trasferiti da una società che è stata chiusa ad un’altra appena aperta.

E’ il procuratore capo Marcello Viola a spiegare in una nota come le indagini di Storari abbiano al centro la somministrazione illecita di manodopera. Gli accertamenti riguardano “una complessa frode fiscale derivante dall’utilizzo, da parte della beneficiaria finale (cioè Gs spa, ndr), del meccanismo illecito di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti, a fronte della stipula di fittizi contratti di appalto per la somministrazione di manodopera, in violazione della normativa di settore, che ha portato all’emissione e al conseguente utilizzo dei falsi documenti per un ammontare complessivo superiore a 362 milioni di euro”.

In particolare, ricostruendo “la `filiera della manodopera´”, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con Gs spa “sono stati `schermati´ da società `filtro´ che a loro volta si sono avvalse di diverse cooperative (società `serbatoio´), che hanno sistematicamente omesso il versamento dell’Iva, nonché degli oneri di natura previdenziale e assistenziale” ai lavoratori.
Nel quadro generale evidenziato dal decreto di sequestro si spiega come, appunto tra il 2018 e il 2022, Gs spa abbia “fatto largo ricorso all’esternalizzazione dei servizi di logistica, movimentazione merci, facchinaggio e trasporto”, e con il meccanismo delle false fatture ha comportato quel sistematico sfruttamento dei lavoratori che tra l’altro, al pari del presunto “sistema fraudolento”, è “tutt’ora in atto e a tutto vantaggio” del colosso della Gdo. Non per caso le indagini proseguono per individuare “ulteriori serbatoi di personale” rispetto a quelli già individuati che riguardano 13 fornitori in rapporti con Gs spa. Un’azienda che ha in Italia oltre 1.500 punti vendita fra ipermercati e supermercati e un volume di affari di oltre 4 miliardi nel solo 2022, e che è anche indagata in base alla legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Mentre per le presunte frodi fiscali sono indagati quattro “soggetti apicali” della spa, Andrea Leoncelli, Julian Mariano Martinez Saez, Alessia Lippi e Marco Schiavi.

Piove a dirotto su un gruppo aderente a quella Federdistribuzione che continua a non voler rinnovare l’ultimo contratto ancora vacante nel mondo del commercio, e che per questo ha visto molti suoi addetti scioperare alla vigilia di Pasqua.