Internazionale

Ondata «radical». E sette donne per il Congresso Usa nelle primarie esemplari della Pennsylvania

Ondata «radical». E sette donne per il Congresso Usa nelle primarie esemplari della PennsylvaniaBernie Sanders

Verso le elezioni di midterm A livello locale bene i candidati "socialisti" sostenuti da Bernie Sanders. Ma a Washington è virata a destra, con il sostegno dem a Gina Haspel capo della Cia

Pubblicato più di 6 anni faEdizione del 17 maggio 2018

Sono cominciate le primarie per i candidati alle elezioni di midterm di entrambi i partiti, e da questi primi risultati già si evince il clima che ci sará in autunno quando si andrá a votare. Le basi di entrambi i partiti sono sempre più polarizzate, tra i repubblicani a vincere sono per lo più i candidati vicini a Trump, mentre per i democratici c’è l’avanzare di un’onda radicale, quella invocata da Sanders per cambiare il partito dall’interno. Il caso più emblematico è quello della Pennsylvania dove hanno vinto sette donne, due delle quali intorno ai trent’anni ed entrambe membri dei socialisti democratici di Pittsburgh.

I democratici della Pennsylvania hanno compiuto un grosso passo per prendere il Congresso, composto principalmente da uomini e dominato dai repubblicani, in uno Stato cruciale per vincere le elezioni e dove Trump aveva vinto con pochi sforzi, ma dove ora sono abbastanza sicuri di mandare almeno tre donne al Congresso.

Oltre che in Pennsylvania che è, fino ad ora, l’esempio più evidente, i candidati sostenuti da Sanders sono quelli che stanno avendo più successo, come se gli Usa avessero scoperto il socialismo con le elezioni del 2016, ma mentre alle primarie locali si assiste a questa ondata di vittorie radical, a Washington il partito sembra non aver ancora capito da che parte andare.

Nelle stesse ore delle vittorie in Pennsylvania, il principale senatore democratico del Senate Intelligence Committee, il senatore Mark Warner della Virginia, ha annunciato di voler sostenere la candidatura di Gina Haspel a capo della Cia, nonostante il suo programma di “interrogatorio potenziato”, ampiamente considerato tortura, in quanto, in una lettera a Warner, Haspel ha ammesso che l’agenzia non avrebbe dovuto intraprendere quel programma, anche se ha evitato di fare una dichiarazione del genere durante la sua udienza di conferma per l’incarico.

Gina Haspel davantial Senate Intelligence Committee (Afp)

 

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento