Sergio Lo Giudice: «La destra vuole impedirci di costruire le nostre famiglie»
Intervista L'ex senatore Pd e padre di due figli: «Ci considerano ancora gay sporcaccioni. La Corte costituzionale chiede al Parlamento più tutele per i figli delle famiglie arcobaleno e chi governa vuole arrestare chi utilizza la gpa all'estero: una follia giuridica. Ma la piazza di Milano è stata un bel segnale
Intervista L'ex senatore Pd e padre di due figli: «Ci considerano ancora gay sporcaccioni. La Corte costituzionale chiede al Parlamento più tutele per i figli delle famiglie arcobaleno e chi governa vuole arrestare chi utilizza la gpa all'estero: una follia giuridica. Ma la piazza di Milano è stata un bel segnale
Sergio Lo Giudice, presidente onorario di Arcigay, professore di storia e filosofia a Bologna, è stato senatore del Pd dal 2013 al 2018 e protagonista dell’approvazione della legge sulle unioni civili. Nel 2011 si è sposato in Norvegia con Michele Giarratano, poi è arrivata l’unione civile. Nel 2014 è nato Luca, nel 2016 Alice, tutti e due con la gestazione per altri (gpa) negli Stati Uniti dove i bambini sono stati subito registrati con due padri. In Italia invece Sergio e Michele hanno dovuto procedere all’adozione del figlio del partner, utilizzando la legge sulle adozioni in casi particolari.
«La stepchild adoption (adozione del figlio del partner, ndr), che fu eliminata dalla legge sulle unioni civili, in realtà già dal 2016 è stata resa possibile dai tribunali anche per le coppie omogenitoriali utilizzando la vecchia legge del 1983», spiega lo Giudice. «Si tratta però di una adozione non piena e non legittimante, nel senso che il bambino non entra nell’asse familiare e ereditario del padre non biologico, non è legalmente nipote dei nonni. E richiede il parere favorevole del padre biologico. Non è un caso che la Corte costituzionale si sia già espressa su questo punto, invitando già due anni fa il Parlamento a colmare questo vuoto normativo per assicurare ai bambini il pieno riconoscimento da parte di entrambi i genitori».
In questi giorni la destra ha accelerato su una proposta di legge che prevede il carcere anche per le coppie che utilizzano la gpa all’estero.
È in corso da parte della destra un forsennato attacco contro la comunità lgbtqia+, che riguarda anche la bocciatura del regolamento europeo che consentirebbe alle famiglie arcobaleno di di vedersi riconoscere gli stessi diritti maturati nel proprio paese anche negli altri Stati Ue, e lo stop delle registrazioni all’anagrafe dei bambini figli di due mamme o due papà. Il tema della gpa è sollevato in modo strumentale per spostare l’attenzione dal vero tema: la battaglia ideologica della destra contro la genitorialità delle coppie omosessuali. Ho avuto la ventura di viverne tutte le fasi: da quando era la condizione di gay che veniva discriminata passando per l’opposizione ai Pacs, poi alle unioni civili e ora alle famiglie. Quando si discusse dei Pacs, Bossi andava in giro coi manifesti “Sporcaccioni, giù le mani dei bambini”. Di acqua sotto i ponti ne è passata tanta, per fortuna, ma siamo ancora a quella destra lì. Ed è questo il motivo per cui oggi l’Italia è l’unico paese dell’Europa occidentale a non avere il matrimonio egualitario. Ma il cammino dei diritti è inesorabile: e la piazza di Milano con 10mila persone, non tutte della comunità lgbt, è stato un segnale importante».
Insisto. La destra vuole la prigione per chi torna in Italia con un bambino nato con la gpa.
Oggi nessuno di loro ha il coraggio di dirsi contrario alle unioni civili, perché nel paese il clima è cambiato. Per questo l’obiettivo polemico si sposta e l’ultimo scoglio a cui aggrapparsi per colpire le nostre famiglie è la gpa. Ricordo che la punibilità per reati commessi all’estero, nel nostro codice penale, è legata a reati gravissimi, come i delitti contro lo Stato o crimini contro l’umanità. Mi chiedo cosa potrebbe accadere a diplomatici americani o canadesi che si trovassero in Italia con le loro famiglie arcobaleno. Pensano di arrestarli? Non è mai accaduto in Italia che si decidesse di punire una condotta praticata in paesi in cui questa è perfettamente legittima: è un delirio di onnipotenza, una follia giuridica. Neppure ai tempi delle crociate contro l’aborto si era arrivati a tanto. Si aprirebbero scenari inediti, anche nei rapporti con alleati come Usa, Canada e Regno Unito. Poi mi chiedo come reagirebbe la Corte costituzionale che, come dicevo, va nella direzione opposta rispetto alla tutela dei bambini.
La destra si appiglia a una sentenza della Cassazione del 2022.
Quella sentenza dice non si può trascrivere alla nascita il secondo padre, e che la strada da seguire è l’adozione. La Consulta indica però che l’attuale legge sulle adozioni è inadeguata a garantire il pieno diritto dei bambini. Il Parlamento dovrebbe colmare questo vuoto e invece criminalizza le famiglie e procura sofferenze ai bambini. Ma nessuna sentenza chiede di punire chi utilizza la gpa all’estero.
Lei cosa pensa di questo strumento?
Ci sono paesi come il Canada e gli Stati Uniti dove i diritti delle donne sono più avanzati rispetto al nostro: se abbiamo deciso di farvi ricorso è perché in questi paesi la gpa ha un profilo etico inattaccabile rispetto al diritto delle donne coinvolte ed è socialmente accettata perché c’è stato un dibattito maturo che da noi è mancato. Oggi in Italia questa pratica è vietata, e nessuno di noi chiede di togliere il divieto perché i tempi non sono maturi.
Anche nel Pd ci sono molti contrari.
Intanto c’è una proposta di legge del Pd che è stata elaborata da Famiglie arcobaleno e Rete Lenford e prevede il matrimonio egualitario, le adozioni per le coppie lgbt e i single e l’accesso alla fecondazione assistita per le coppie di donne. Inoltre si sanerebbero i problemi della piena legittimazione nell’adozione del figlio del partner.
Con il diritto alle adozioni calerebbe il ricorso alla gpa?
Credo che tante coppie lesbiche e gay lo farebbero, e del resto la genitorialità per noi non è un fatto strettamente biologico, ma riguarda il progetto di un figlio e l’amore che si intende dargli. Non è un caso che la destra non abbia mai aperto alle adozioni, perché sono ancora quelli che ci dicono “sporcaccioni”. Che non accettano ciò che è ormai acclarato nella letteratura scientifica, medica e psicologica: e cioè che l’equilibrio e il benessere dei bambini dipende dalla qualità delle relazioni familiari, e non c’è differenza tra coppie etero e omosessuali.
Questo è condiviso anche nel centrosinistra?
Ci sono sensibilità diverse, ma ho visto grandi passi avanti da parte di cattolici del Pd che nel 2016 ponevano molti paletti sulle unioni civili e ora dicono sì al matrimonio e alle adozioni. Noi prendiamo sempre legante, ma il cammino dei diritti è inesorabile.
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