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Scotto (Sel): «Gruppo unico alla camera, che aspettiamo?»

Scotto (Sel): «Gruppo unico alla camera, che aspettiamo?»Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera

Sinistra Il capogruppo: votiamo insieme su tutto, a Montecitorio siamo un'area che può attrarre nuove esperienze, nessuno più capisce perché noi siamo seduti di qua e quelli del misto di là

Pubblicato circa 9 anni faEdizione del 2 ottobre 2015

«Negli ultimi mesi abbiamo messo in campo un lavoro comune. Noi, i 25 deputati di Sel e una quindicina di deputati del gruppo misto, votiamo ormai sempre insieme, scriviamo gli emendamenti insieme. C’è una naturale convergenza su tutte le questioni importanti». Il ragionamento di Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla camera è: dal ’patto del 28 luglio’ a Montecitorio è nata un’area di sinistra che lavora insieme su tutto. Leggi, emendamenti, iniziative. Ieri per esempio ha deciso un giro di assemblee sul territorio sul ’piano del lavoro’. Dunque, è la conclusione, «bisogna fare subito il gruppo unico. Nessuno capisce più perché noi siamo seduti a sinistra e gli altri nel gruppo misto».

Civati ha già risposto che prima delle amministrative non se ne parla.

Discuterò con Pippo. Spero che riusciremo a fare le liste insieme in tutti i comuni. Le città sono fondamentali, ma sono le comunità locali ad essere in grado di valutare la qualità di un’amministrazione e di costruire candidature che siano molto spesso alternative al Pd e comunque sempre al ’partito della nazione’.

Civati invece dice «mai con il Pd», e a sinistra non è il solo.

Renzi taglia sui comuni e sulle regioni. Su questo noi dobbiamo aprire delle crepe negli enti locali. Contro le trivelle, una battaglia di cui Civati è stato tra i protagonisti, si sono schierati tanti i sindaci. E non sono di Sel o di Possibile ma del Pd: con quel mondo dovremmo chiudere? Ma prima delle amministrative ci sarà la battaglia in parlamento. Nelle prossime settimane arriveranno provvedimenti importanti, che cambieranno questo paese, la riforma della Costituzione, quella della Rai. E la legge di stabilità nella quale dobbiamo sfidare il governo e il Pd su una misura universale contro la povertà. Tutte queste cose le possiamo fare solo se mettiamo insieme le forze.

Oltre alle amministrative, persino su Tsipras tra voi ci sono dei distinguo.

Ma nel concreto con Fassina e Civati all’inizio di settembre abbiamo presentato una risoluzione comune sulla revisione dei trattati europei, su una nuova stagione espansiva sul terreno economico e su un green new deal europeo.

Costruire la ’cosa rossa’ partendo dai gruppi parlamentari non è precisamente iniziare «dal basso».

Un soggetto politico si costruisce in passaggi sociali che hanno bisogno di tempo. Ma un gruppo parlamentare è un’altra cosa, non per forza sovrapponibile al nuovo soggetto: noi saremo un’area di libertà e responsabilità, pulita, laica che si contrappone all’idrovora trasformista del partito di Renzi dove entrano verdiniani, cosentiniani e i pezzi di una vecchia stagione che lì ritrovano cittadinanza e ricostruiscono un blocco sociale. Renzi ha cancellato l’art.18, riesumato il Ponte sullo Stretto, l’abolizione la tasse sulla prima casa, e ora attacca la Rai: non è un programma che abbiamo già sentito? Noi oggi in parlamento abbiamo gli strumenti e la forza di costruire un’area che presto potrà attrarre altre esperienze. Dobbiamo farlo subito.

Non è che qualcuno non ci sta perché teme che vogliate solo allargare Sel?

Lo diciamo in tutte le salse: Sel è pronta a mettere a disposizione tutto, nome e composizione del gruppo e tutto il patrimonio che abbiamo. Non perché vogliamo buttarlo ma perché pensiamo che oggi la democrazia italiana abbia bisogno di una forza più grande.

Nel nome ci sarà la parola sinistra?

Lo vedremo insieme, ma se guardiamo all’Europa quello che vogliamo costruire noi ha spesso a che fare la parola sinistra.

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