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Scontri a Tel Aviv, esplode la rabbia degli eritrei

Scontri a Tel Aviv, esplode la rabbia degli eritreiUn richiedente asilo eritreo rimasto ferito – Ap

Israele Si sono affrontati sostenitori e oppositori del regime di Isayah Afwerki, poi sono cominciati scontri anche con la polizia. 1500 i feriti, alcuni gravi.

Pubblicato circa un anno faEdizione del 3 settembre 2023
Michele GiorgioGERUSALEMME

Scontri tanto violenti a Tel Aviv non si vedevano da anni. Non si sono visti neppure nei mesi passati, durante i momenti più caldi della protesta, con centinaia di migliaia di manifestanti, contro la riforma giudiziaria voluta dal governo Netanyahu. Per ore ieri, i quartieri meridionali della città costiera, in particolare Neve Shaanan, sono stati teatro di tafferugli, violenze, pestaggi tra eritrei oppositori e sostenitori del regime del presidente Isaias Afwerki, e poi tra i due schieramenti eritrei e le forze di polizia in assetto antisommossa. Migliaia di manifestanti, gran parte dei quali richiedenti asilo, hanno distrutto automobili, vetrine di negozi, finestre di numerosi edifici. La polizia ha risposto con granate stordenti, lacrimogeni, cariche e proiettili di gomma. Ha anche sparato colpi in aria. La calma è ritornata solo al tramonto. Il bilancio in serata era di almeno 130 eritrei feriti, otto dei quali in condizioni serie perché colpiti da proiettili sparati dalla polizia o alla testa dalle bastonate degli avversari. Una trentina di poliziotti sono rimasti contusi. Ingenti i danni materiali.

«Avevamo avvertito la polizia nei giorni scorsi che non avremmo tollerato la celebrazione del potere di Afwerki», spiegava ieri Jonny, un rappresentante dei richiedenti asilo eritrei in riferimento all’evento organizzato dall’ambasciata eritrea a Yad Harutsim, in occasione del 30esimo anniversario dell’ascesa al potere di Afwerki. La tensione è alta da tempo nella comunità eritrea a Tel Aviv, circa 18mila persone che vivono nei rioni più degradati alla periferia sud di Tel Aviv assieme a tante famiglie israeliane povere e insofferenti alla presenza degli africani. Gli oppositori del regime denunciano che l’ambasciata eritrea e alcuni infiltrati tra i richiedenti asilo, abbiano il compito di spiare le attività di chi contesta la dittatura di Afwerki.  Già in passato si erano scontrati sostenitori e oppositori del regime. Nel 2020 un sostenitore del presidente era stato pugnalato a morte.

Gli scontri più violenti sono cominciati quando centinaia di richiedenti asilo hanno abbattuto le barriere della polizia e sono riusciti a penetrare nella sala dove era previsto l’evento e l’hanno vandalizzata. Poco dopo nelle strade è cominciato il confronto violento tra sostenitori e oppositori di Afwerki con pesanti pestaggi, inseguimenti, lanci di pietre e bottiglie, a Neve Shaanan e in altre zone. I manifestanti antigovernativi indossavano magliette azzurre ispirate alla bandiera dell’Eritrea del 1952, simbolo di opposizione al governo del paese dell’Africa orientale. I sostenitori di Afwerki portavano magliette viola con la mappa dell’Eritrea. La polizia è intervenuta con forza contro i dimostranti delle due parti che, dicono le autorità israeliane, avevano ricevuto il permesso per eventi separati pro e contro il presidente. «Ho visto scene senza precedenti, centinaia di giovani eritrei si sono affrontati con violenza inaudita spaccando vetrine di negozi e distruggendo diverse automobili. Un sostenitore del governo giaceva in una pozza di sangue in un parco giochi per bambini. La polizia ha faticato a prendere il controllo della situazione» ha detto al manifesto, il fotografo Atef Safadi. Gli arrestati sono stati 39.

Gli eritrei costituiscono la maggioranza degli oltre 30.000 richiedenti asilo africani in Israele. Spiegano di essere fuggiti dalla persecuzione di un regime brutale e dalla coscrizione militare forzata in condizioni simili alla schiavitù. Isaias Afwerki, 77 anni, guida l’Eritrea dal 1993, da quando il paese ha ottenuto l’indipendenza dall’Etiopia dopo una lunga guerriglia. Da allora è a capo di un esecutivo che nega elezioni e libertà della stampa. Gli eritrei in Israele si trovano ad affrontare un futuro incerto poiché il Ministero dell’interno riconosce raramente lo status di rifugiato politico e si limita a tollerare la presenza dei richiedenti asilo africani. «Gli eritrei sono spesso spiati e molestati dal loro governo e dai sostenitori di Afwerki in Israele» spiega Sigal Rozen, di Hotline for Refugees and Migrants. Negli ultimi giorni proteste e scontri tra migranti eritrei sono avvenuti anche in città europee, tra cui Stoccolma.

 

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