Savona, la città volta pagina con la sinistra unita
Savona volta pagina e dopo il soffocante quinquennio di governo di destra vota un nuovo sindaco, Marco Russo appoggiato da una coalizione democratico – progressista che ha saputo fornire una […]
Savona volta pagina e dopo il soffocante quinquennio di governo di destra vota un nuovo sindaco, Marco Russo appoggiato da una coalizione democratico – progressista che ha saputo fornire una […]
Savona volta pagina e dopo il soffocante quinquennio di governo di destra vota un nuovo sindaco, Marco Russo appoggiato da una coalizione democratico – progressista che ha saputo fornire una prova importante di espressione progettuale e di coerenza politica.
Grande valore e peso in questo successo ha sicuramente avuto la presenza unitaria di una lista di sinistra che ha raccolto un risultato particolarmente significativo eleggendo due consiglieri.
Nel ballottaggio la vittoria di Marco Russo con il 62% ha assunto dimensioni di sicuro rilievo ottenendo alla fine 13.883 suffragi rispetto agli 11.971 del primo turno. Al contrario del candidato della destra, l’ex primario Angelo Schirru che, invece, è arretrato dai 9.346 voti ottenuti nel voto del 3 e 4 ottobre, agli 8.419 del ballottaggio di ieri. Un calo quello di Schirru dovuto non soltanto al decremento nella partecipazione al voto (che pure c’è stato) ma ad una evidente reazione della città al clima di vera e propria “imposizione” determinata nel corso della campagna elettorale per l’attivismo sfrenato del presidente della Regione, Toti, che aveva addirittura presentato una lista intestata a se stesso nell’intento evidente di costruirsi una sua rete di feudi personali. Un presenzialismo che ha generato malumori anche nelle fila del centrodestra.
Questa analisi però non risulterebbe completa senza un accenno al tema della disaffezione al voto: un aspetto dell’andamento elettorale di questa tornata amministrativa che ha riguardato tutte le città chiamate al seggio, in un quadro generale di crisi dell’agire politico. Il drammatico fenomeno dell’astensione a Savona è risultato molto evidente, perché registrato in una città storicamente abituata a ben altri livelli di partecipazione elettorale, politica e sociale.
L’affluenza si è fermata al 46,3% con una perdita di 6,2 punti rispetto al primo turno quando i votanti avevano anche se di poco superato la maggioranza, toccando il 52,4%.
E dunque la sfida più difficile, l’impegno primario e più importante del nuovo sindaco e della sua amministrazione dovrà essere quello di adoperarsi per recuperare un dato di partecipazione attiva, in particolare nei quartieri: un elemento fondamentale per affrontare sul serio quel declino e quello smarrimento d’identità che affliggono da troppo tempo Savona.
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