Se fosse stato soccorso subito, «con ogni probabilità» Satnam Singh, il lavoratore indiano stritolato da un macchinario avvolgi-plastica che gli ha tranciato un braccio in un’azienda agricola di Borgo Santa Maria, una frazione di Latina, si sarebbe salvato. Invece, il suo datore di lavoro Alessandro Lovato, per non far scoprire che era impiegato al nero e che la sua azienda non rispettava le norme di sicurezza sul lavoro, lo ha lasciato agonizzare per un’ora e mezza prima di caricarlo su un furgoncino, con il braccio amputato messo in una cassetta della frutta. Lo sostiene l’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Latina Giuseppe Molfese, che ieri ha accompagnato l’arresto di Lovato.

La Procura della Repubblica di Latina, che indaga sul caso, ha fondato le sue convinzioni sui risultati dell’autopsia sul corpo del giovane migrante. Per questo ha cambiato l’ipotesi di reato da omicidio colposo, cioè involontario, a omicidio doloso con dolo eventuale. Vuol dire che, vista la gravità delle condizioni del lavoratore, il mancato soccorso ha «costituito l’accettazione del rischio dell’evento letale», anzi ha procurato la morte.

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NELL’ORDINANZA SI LEGGE che «le condizioni del lavoratore dopo l’infortunio sono risultate talmente gravi da rendere evidente la necessità di un tempestivo soccorso». La consulenza medico legale, infatti, «ha accertato che ove l’indiano, deceduto per la copiosa perdita di sangue, fosse stato tempestivamente soccorso, si sarebbe con ogni probabilità salvato». I pm di Latina scrivono anche che, «prescindendo da valutazioni etiche (irrilevanti per il diritto penale) che pure si imporrebbero a fronte di una condotta disumana e lesiva dei più basilari valori di solidarietà, non può sottacersi che l’indagato si è intenzionalmente e volontariamente disinteressato delle probabili conseguenze del suo agire». Per questo il mancato soccorso di Lovato, «valutato nel complesso, lascia presumere che egli volesse occultare quanto accaduto per evitare che venissero alla luce le condizioni di irregolarità e sfruttamento nelle quali versava il lavoratore, nonché la gravissima situazione di irregolarità dell’azienda sotto il profilo della sicurezza e della salute sul lavoro».

pm: «Condotta disumana del datore di lavoro per nascondere lo sfruttamento»

TRA IL MOMENTO dell’incidente e l’arrivo in eliambulanza all’ospedale San Camillo di Roma sono passate diverse ore, durante le quali Satnam Singh ha perso molto sangue.
Secondo le ricostruzioni dei lavoratori presenti, l’incidente è avvenuto nel primo pomeriggio. Uno dei testimoni ha detto che «il padrone bestemmiava e minacciava». Avrebbe impedito a tutti di telefonare, intimando di consegnare i telefonini. Quando Satnam Singh è stato portato davanti a casa sua, uno di loro ha fotografato il braccio nella cassetta della frutta e ha chiesto aiuto alla Cgil. «Quando ho visto quella foto, ho pensato a uno scherzo», ricorda Laura Hardeep Kaur, la segretaria locale della Flai Cgil, che è stata la prima a intervenire. I vicini di casa nel frattempo hanno chiamato il 118. Erano le 16,45.

I SOCCORRITORI SI SONO accorti subito della gravità delle condizioni di Satnam Singh e hanno chiamato un’eliambulanza per trasferirlo a Roma. Quando è stato ricoverato, alle 18, le sue condizioni erano ormai disperate. Nonostante un intervento d’urgenza, due giorni dopo è morto.

INTANTO LA CGIL ha convocato una manifestazione nazionale per sabato prossimo a Latina, la seconda dopo quella del 22 giugno. «Quello che è avvenuto in realtà non riguarda solo Latina o solo un cattivo imprenditore che non ha fatto bene il suo mestiere. C’è un sistema che va messo in discussione e cambiato e che riguarda tutto il Paese», ha detto il segretario nazionale Maurizio Landini.