L’acqua c’è per i turisti ma i campi e il sistema agricolo sono in sofferenza. L’emergenza siccità si sta aggravando anche per la Sardegna.

Lo dicono i dati (al 30 giugno): in numeri assoluti in un mese l’isola ha a disposizione 100 milioni di metri cubi in meno negli invasi, la cui portata è passata da 1145,63 milioni di metri cubi a 1048,06 milioni.

I territori più in sofferenza per la mancanza d’acqua sono le campagne della zona centro orientale (l’Olgiastra e il Nuorese), ma nel Sulcis la situazione è ancora più critica.

Il monitoraggio dell’Autorità di bacino regionale indica che quasi tutti i bacini artificiali sono prossimi a un livello di pericolo, per cui è stata diminuita su tutta l’isola l’erogazione dell’acqua per non compromettere la campagna e la distribuzione dell’acqua potabile.

La «grande sete» ha colpito duramente anche il sud dell’isola, dove molti comuni rimasti a secco hanno già dichiarato lo stato di calamità naturale. Ci sono anche zone dove la situazione è sotto controllo, la Gallura con l’invaso del Liscia, che segna ancora valori positivi (71,7%), la zona del Tirso (85,8%) e le dighe sul Flumedosa (tra il 63 e l’80%). Non è abbastanza per abbassare la guardia, considerando che l’estate è appena cominciata.