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“Salviamo Firenze”, in autunno referendum autogestito

“Salviamo Firenze”, in autunno referendum autogestitoI promotori dei referendum

Overtourism Dopo che il sindaco Nardella ha bloccato l'iter istituzionale della consultazione popolare, i promotori dei referendum rilanciano, guardando alla zona d'ombra delle destinazioni d'uso degli immobili con funzione pubblica. "Ci volevano mandare a casa, invece non sarà così".

Pubblicato più di un anno faEdizione del 22 giugno 2023

“Lo stop al referendum non fermerà la partecipazione popolare, in autunno organizzeremo una consultazione autogestita”. Non smobilitano i promotori dei due referendum “Salviamo Firenze”, tesi a bloccare la possibilità per gli studentati di fare attività turistico ricettiva, e rendere più difficile la possibilità di cambiare la destinazione d’uso di immobili usati per servizi pubblici.

Come avverrà ad esempio in via Mannelli, di fronte alla stazione di Campo di Marte, dove i tedeschi di Ao Hostels realizzeranno nel giro di un anno un complesso da 121 camere e 470 posti, in un grande immobile dove fino ad oggi c’erano uffici comunali.

Di fronte alla prospettiva di una consultazione sul tema generale dell’overtourism, sempre più di attualità nel dibattito pubblico e nelle discussioni in città, il sindaco Nardella ha cercato di parare il colpo con una delibera di giunta che di fatto ha inglobato nel Piano operativo comunale uno dei quesiti referendari, eliminando la finestra di 60/90 giorni estivi in cui gli studentati potevano lavorare a fini turistico-ricettivi, come normali alberghi.

“A questo punto non ci sono più le condizioni per continuare il percorso dei referendum”, ha sentenziato Nardella, con l’avallo del “collegio degli esperti” di nomina comunale, che pure aveva inizialmente validato i quesiti. “Rispettiamo la decisione del collegio – ha risposto Massimo Torelli dell’associazione Firenze città aperta – ma la consideriamo solo politica. Pur di contrastare la consultazione, il sindaco ha fatto una inversione a 180 gradi rispetto alle politiche perseguite nel settore in questi ultimi quindici anni, con norme ad hoc per facilitare gli investitori privati a comprare attività ricettive a Firenze”.

A sostegno dei referendari, i consiglieri comunali Dmitrij Palagi di Sinistra progetto comune e Roberto De Blasi del M5s hanno segnalato le zone d’ombra che restano nella strategia di Palazzo Vecchio: “Non abbiamo garanzie che il percorso del Piano operativo, che dovrà essere esaminato e votato dal consiglio comunale, finisca entro la fine del mandato”, ha subito osservato Palagi. Ricordando poi insieme a De Blasi che ci sono vari immobili pubblici e cliniche dismesse, come Villa Basilewsky, che possono ancora mutare destinazione d’uso.

“Nardella non parla mai delle destinazioni d’uso degli immobili con funzione pubblica – ha tirato le somme Torelli – perché lì girano tanti soldi e tanti interessi, per noi è il quesito fondamentale. Ci volevano mandare a casa e invece non sarà così. E a settembre sarà lanciata anche una piattaforma per i cittadini di segnalazione sulle trasformazioni di edifici”. Nel tardo pomeriggio c’è stato infine un presidio in via Mannelli, al cantiere di Ao Hostels.

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