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Rosatellum, chi vince vota doppio

Il sistema elettorale che il senato sta per approvare organizza la rappresentanza sulla base di un doppio canale, ma all’elettore è attribuito un unico voto che serve per proclamare i […]

Pubblicato circa 7 anni faEdizione del 20 ottobre 2017

Il sistema elettorale che il senato sta per approvare organizza la rappresentanza sulla base di un doppio canale, ma all’elettore è attribuito un unico voto che serve per proclamare i vincitori nei collegi uninominali e, al contempo, per distribuire gli altri seggi nei collegi plurinominali proporzionali. L’unicità del voto, in un contesto di duplicità del canale rappresentativo, sembra però violare il principio di uguaglianza (articoli 3 e 48 della Costituzione).

I voti degli elettori dei candidati vincenti nei collegi uninominali, infatti, vengono contati due volte. Benché quegli elettori, una volta assegnato il seggio in palio nel collegio uninominale, siano già pienamente rappresentati, essi determineranno anche l’assegnazione degli altri seggi da ripartire su base proporzionale. Il punto è che quegli elettori hanno già visto fruttare il loro voto nell’elezione di un parlamentare nel collegio uninominale e lì dovrebbe esaurirsi la portata della loro scelta. Essi sono già per questo rappresentati, anzi, per essere precisi, essi sono già sovrarappresentati. Nel collegio uninominale, infatti, l’intera posta in gioco è appannaggio degli elettori che votano per il candidato vincente. Gli elettori che hanno votato per i candidati perdenti, invece, non ottengono nulla e il loro voto è improduttivo di rappresentanza. Nonostante questo, il sistema elettorale in corso di approvazione prevede che i voti degli elettori a favore dei candidati uninominali vincenti vengano contati un’altra volta, risultando utili anche all’aggiudicazione dei seggi della quota proporzionale.

Questo problema di duplicazione del voto si era già posto con il Mattarellum, un sistema elettorale che, pur essendo molto diverso, prevedeva a sua volta due canali di partecipazione, maggioritario da un lato, proporzionale dall’altro. In quel sistema, proprio per risolvere questo problema si era introdotto un marchingegno apparentemente complicato ma essenziale per tutelare l’eguaglianza del voto. Si tratta del meccanismo dello “scorporo”, in base al quale i voti che hanno già prodotto rappresentanza nei collegi uninominali non vengono contati ai fini del riparto proporzionale. Infatti, se quei voti fossero stati utilizzati anche ai fini della ripartizione proporzionale, gli elettori dei candidati uninominali vincenti, già sovrarappresentati, avrebbero ottenuto irragionevolmente un ulteriore surplus di rappresentanza. Nel Rosatellum-bis, invece, i voti dati ai candidati vincenti nei collegi uninominali non vengono “scorporati” e così si realizza una violazione dell’uguaglianza degli elettori.

Per evitare tale vizio di costituzionalità, alternativamente all’adozione dello scorporo, occorrerebbe riconoscere all’elettore due voti: uno per il collegio uninominale maggioritario, l’altro per i collegi plurinominali proporzionali (nel Mattarellum per la camera i due correttivi, voto doppio e scorporo, erano entrambi previsti). Solo se i voti fossero due, infatti, tutti gli elettori sarebbero trattati in modo uguale. Da un lato, tutti i voti per il collegio uninominale avrebbero lo stesso peso, sia quelli dati ai candidati vincenti che quelli dati ai candidati perdenti. Che gli elettori del candidato vincente siano rappresentati e quelli dei candidati perdenti non lo siano affatto non costituisce una violazione del principio di uguaglianza, perché tale esito è imposto dall’unicità del seggio in palio nel collegio uninominale. Dall’altro lato, anche tutti i voti espressi per la parte proporzionale sarebbero naturalmente trattati in modo uguale.

L’elettore dovrebbe così poter scegliere separatamente per il collegio e per le liste. Il voto dato nell’uninominale dovrebbe poter essere indipendente da quello dato per il proporzionale. Non ci dovrebbe essere un sistema di trasmissione del voto dato ad una lista a favore del candidato o viceversa. Né dovrebbe essere vietato votare per un candidato e per una lista che appoggia un candidato diverso. Peccato però che tutto ciò non sia invece previsto dal Rosatellum-bis, che costringe in un’unica espressione di volontà la libertà dell’elettore.

L’unicità del voto per due circuiti rappresentativi diversi, in mancanza di almeno uno dei due correttivi proposti (scorporo o voto disgiunto), ancorché sarebbe meglio prevedere entrambi, viola il principio di uguaglianza del voto: i voti di alcuni elettori pesano di più, i voti degli altri pesano di meno.

Ci apprestiamo a eleggere il quarto parlamento consecutivo con regole che, anche per tale via, impediscono di renderlo rappresentativo della volontà popolare. Quanto può reggere la nostra democrazia a una così prolungata compressione della rappresentanza popolare?

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