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«Ni» del Pd all’autonomia differenziata di Calderoli, oggi a Brescia la versione dem

Sostenitori del Pd a Milano foto AnsaSostenitori del Pd a Milano foto Ansa

Parafrasando Enzo Jannacci, si potrebbe dire che sono quelli che «l’autonomia no, e poi vanno a casa e la propongono come vogliono loro». Del resto, che una riforma autonomista dell’Italia […]

Pubblicato 40 minuti faEdizione del 19 ottobre 2024

Parafrasando Enzo Jannacci, si potrebbe dire che sono quelli che «l’autonomia no, e poi vanno a casa e la propongono come vogliono loro». Del resto, che una riforma autonomista dell’Italia sia da sempre nelle corde del Partito democratico, non è certo un mistero. Dalla riforma del Titolo quinto per il Pd è sempre stato un «ma anche». E pure stavolta. “Protesta ma anche proposta”, potrebbe essere la sintesi.

L’appuntamento è per stamattina, ore 9.30, a Brescia. Un incontro convocato unitariamente dalle segreterie regionali del Pd di Piemonte, Veneto e Lombardia. «Per unire il Paese, per un’autonomia cooperativa», il titolo. A fare gli onori di casa, Emilio Del Bono. Ex sindaco di Brescia, ora consigliere regionale lombardo, alle ultime elezioni regionali era stato indicato come possibile candidato presidente, poi escluso causa accordo Pd-Movimento5Stelle sul nome di Majorino.

Federalismo fiscale, riforma del testo unico degli enti locali, rafforzamento delle città metropolitane e dell’impronta delle autonomie locali in parlamento. Sono questi i punti principali del documento che oggi verrà presentato e votato dalle assemblee del Pd delle tre regioni, per poi essere consegnato alla segretaria nazionale Elly Schlein. Quasi a dirle, occhio che ci siamo anche noi. Noi chi? «Non il Pd del No – dicono gli organizzatori – ma il Pd del Nord». Quello che, specifica qualcuno nemmeno tanto sottovoce, non ha preso bene il fatto che nella campagna referendaria in corso «si sia fatta ben sentire la voce del Sud, un po’ meno quella del Nord». E ancora quello che non sopporterebbe mai una svolta troppo centralista del partito, perché non gli permetterebbe di «parlare a una gran parte del nostro territorio». Leggasi quel ceto produttivo che del nord è motore trainante.

Non è un caso che per oggi si sia scelta Brescia, città industriale e centro dell’industria lombarda, e che il prossimo appuntamento sarà in Veneto, in una città tra Vicenza, Padova o Verona. «Vanno riprese le battaglie storiche, ma anche recenti, del Partito democratico», spiega Del Bono. Il federalismo fiscale, in primis. Perché mica solo i leghisti vogliono che i soldi restino dove vengono sborsati. Il messaggio che arriva dal Pd del nord sembra essere chiaro: «No alla Calderoli, sì a un’autonomia cooperativa e solidale». Avanti così insomma: contro la sbagliata autonomia calderoliana, che spacca il Paese ed è alla fine un regionalismo camuffato, ma anche a favore di una vera autonomia, cooperativa e solidale, che rimetta al centro i comuni e gli affidi le risorse necessarie a svolgere le proprie funzioni. Che al Nord a governare i principali comuni sia proprio il Pd, appare una fortunata coincidenza.

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