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Roma, in piazza per chiedere diritti di bambini e adolescenti trans

Roma, in piazza per chiedere diritti di bambini e adolescenti trans

La trans gioventù Il primo aprile un corteo per mettere al centro istanze e voci di giovani non binari. Appuntamento alle 14 in piazza dell'Esquilino a Roma

Pubblicato più di un anno faEdizione del 31 marzo 2023

Mentre la destra di governo costruisce un nemico pubblico dietro l’altro per affermare le proprie istanze identitarie, dopo raver e scafisti ora è il momento delle famiglie arcobaleno, nelle strade si sperimentano nuove forme di alleanza e mobilitazione.

DOMANI A ROMA sfilerà il primo corteo incentrato sui diritti delle giovani persone trans. L’appuntamento è alle 14 in piazza dell’Esquilino. «Nel nostro paese non vediamo ancora riconosciuti e garantiti pienamente i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per le persone trans, esposte a bullismo e violenza transfobica e a isolamento sociale», scrive Gender X, l’associazione nata a Roma nel 2018 che ha organizzato la manifestazione. Tantissime le adesioni: dallo storico circolo omosessuale Mario Mieli al Movimento identità Trans (Mit), passando per le Famiglie arcobaleno, Lucha y siesta, Be Free e molte altre.

«C’è preoccupazione per come si sta muovendo il governo Meloni – dice Gioele Lavalle, coordinatore di Gender X – In questo momento l’attenzione è concentrata sulla registrazione dei figli di coppie omogenitoriali ma quando si attacca e strumentalizza una parte della nostra comunità lgbtqia+ l’allarme deve essere generale: da sempre siamo un terreno di battaglia simbolica su cui si affermano identità politiche».

Le rivendicazioni al centro della mobilitazione riguardano principalmente il percorso formativo delle persone transgender e non binarie. La prima richiesta è rendere accessibile ovunque la «carriera alias», cioè la possibilità di scegliere e utilizzare un nome diverso da quello anagrafico. Questo, sostengono gli organizzatori, è il primo passo per dare alle persone la legittimità di presentarsi secondo la propria identità di genere.

«CI SONO DOCENTI che si rifiutano di usare il genere in cui i loro studenti si identificano, o che ne saltano il nome all’appello, come se per loro non esistessero. Così finiscono per giustificare il bullismo dei compagni di classe», continua Lavalle.

La seconda richiesta è di formare il personale scolastico, a partire dagli insegnanti, e sostenere i genitori. In entrambi i casi mancano spesso gli strumenti per rapportarsi all’esperienza delle giovani persone trans. E questo crea distacco, isolamento, sofferenza.

Il fine settimana di mobilitazione si apre oggi nell’atelier autogestito Esc (via dei Volsci, 159, Roma) con il «Transgender day of visibility festival». Dalle 19 racconti, dibattiti e stand-up comedy. Poi fino a notte fonda musica e performance.

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