Politica

Rigassificatore e consumo di suolo: le critiche degli ambientalisti a De Pascale

Una piattaforma di gas al largo di RavennaUna piattaforma di gas al largo di Ravenna – Dino Fracchia

Dubbi green Il neocandidato del Pd in regione Emilia-Romagna molto contestato dai movimenti ambientalisti

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 12 luglio 2024

Michele De Pascale è da anni fortemente contestato dai movimenti ambientalisti. Da sempre favorevole ad un aumento delle trivellazioni in Adriatico, nel 2022 ha candidato la sua città ad ospitare il rigassificatore galleggiante Bw Singapore che a inizio 2025 approderà al largo di Ravenna, nonostante le proteste dei movimenti ambientalisti.

In prima linea il Coordinamento Ravennate Fuori dal fossile: «È una infrastruttura inquinante, costosa e inutile, che alimenta la crisi climatica. Già ora ci sono imponenti sbancamenti a terra e nei fondali marini per collegare il rigassificatore tramite 40 km di metanodotti. Lavori che non si sono fermati neppure dopo la scoperta di una villa romana nei pressi di Classe».

Lo stretto legame tra Comune, Università e Eni è contestato anche dagli studenti universitari del movimento End Fossils che a giugno hanno occupato il campus universitario in solidarietà con la Palestina, visto che Eni collabora con Israele nello sfruttamento di giacimenti off shore nel Mediterraneo.

Subito dopo l’alluvione, il sindaco di Ravenna aveva attaccato gli ambientalisti: «È più importante salvare vite umane o preoccuparsi di questioni come la nidificazione nei fiumi o la difesa di alberi e nutrie?». La replica: «La tragedia è stata causata dal consumo di suolo e dalla crisi climatica».

Durante il suo mandato da sindaco, il consumo di suolo non si è fermato. Nel 2021 Ravenna era il secondo comune italiano con maggiore incremento di consumo del suolo. Secondo i dati Ispra, nel 2022 sono stati urbanizzati altri 52 ettari di terreno nella provincia e 19,68 ettari nel Comune di Ravenna, portando il totale a 7.130 ettari ricoperti dal cemento. Numerose lottizzazioni sono state approvate anche nel 2023 dopo l’alluvione e in terreni a rischio inondazione.

Le associazioni lo accusano di essere in perfetta continuità con il modello «estrattivista» e fossile di Bonaccini. La rete Emergenza Climatica e Ambientale, che riunisce decine di associazioni in tutta la regione attacca la linea Bonaccini-De Pascale: «Trivellazioni, cattura e stoccaggio delle emissioni di CO2, rigassificatore di Ravenna, la costruzione dell’inutile mega-gasdotto della Linea Adriatica, scelte che hanno promosso il piano dei governi per far diventare l’italia l’hub del metano in Europa, quando le infrastrutture esistenti sono già sovradimensionate e il consumo di gas è in calo. Tutto ciò, imponendo provvedimenti d’urgenza in spregio ad ogni vincolo ambientale e procedurale».

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