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Riforme, Pisa dice no. Pd spaccato

Riforme, Pisa dice no. Pd spaccatoLa sinistra pisana autrice della mozione

Carta canta Il consiglio comunale approva una mozione contro le riforme costituzionali. Esultano Una città in Comune, Prc, Sel e M5S: “Sulla mozione il Pd si è diviso fra chi ha votato a favore, chi si è astenuto e chi ha votato contro”. I vertici dem toscani minimizzano la figuraccia: "Presto un'altra mozione". Ma in città Renzi non è amato, anche per il caso aeroporto.

Pubblicato più di 8 anni faEdizione del 6 febbraio 2016

Fra i dem qualcuno non c’era, qualcuno era fuori dall’aula, qualcuno ha votato secondo coscienza. Risultato: il consiglio comunale di Pisa, a gran maggioranza Pd, ha approvato una mozione contro le riforme costituzionali. “Sulla mozione il Pd si è diviso – raccontano Una città in Comune, Prc, Sel e M5S – fra chi ha votato a favore, chi si è astenuto e chi ha votato contro”. Soddisfattissimi, va da sé, sia del risultato che delle spaccature nel Pd: “La battaglia a difesa della Costituzione è tutta da giocare – tira le somme Francesco Auletta, coautore della mozione con Marco Ricci (Una città in Comune) – e l’approvazione dimostra che è possibile, proprio sui temi fondanti della nostra democrazia, essere maggioranza nelle istituzioni e nel paese”.
Nel Pd si minimizza: “C’è stata la commistione di errori materiali e di assenze giustificate, tra cui il sindaco e un assessore”, cercano di replicare Dario Parrini e Antonio Mazzeo. Al tempo stesso i vertici del Pd toscano ammettono: “Anche disattenzione e sciatteria, perché alcuni consiglieri erano fuori dall’aula”. Ora il gruppo comunale dem cerca di rimediare: “Il voto sulla mozione è stato falsato dalle assenze giustificate di alcuni consiglieri, e dalla confusione in aula al momento della votazione, con conseguenti errori nel voto”. Parole sottoscritte da quasi tutti. Quasi, perché Veronica Fichi, consigliera astenuta, non lo ha fatto. E ora? “Il gruppo Pd ripresenterà una mozione – avvertono Parrini e Mazzeo – per superare l’errore”. Un errore? Per certo a palazzo Gambacorti non si vive nel culto di Matteo Renzi. E la fusione aeroportuale con Firenze – per fare di Peretola uno scalo intercontinentale concorrente del Galilei di Pisa – proprio non è stata digerita.

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