Era prevedibile che la ripresa delle lezioni avrebbe riproposto tutti i problemi della scuola italiana, perché nessuno degli interventi necessari è stato attuato. Ma la situazione è, in prospettiva, peggiore rispetto al passato; perché guerra, crisi energetica e inflazione travolgeranno ulteriormente milioni di persone e se la destra estrema dovesse vincere (o, peggio, stravincere) non ci saranno certo interventi di riequilibrio e di giustizia sociale; la flat tax sta lì a ricordarcelo. La scuola non è un mondo a sé, ovviamente, vive dentro un contesto, che rimanda ogni giorno problemi o drammi delle persone e delle famiglie.

Un rapporto di Save the Children Italia – “Alla ricerca del tempo perduto” – ci ricorda che, già oggi, quasi un milione e mezzo di minori sono in povertà assoluta, con una dispersione scolastica del 12,7%; e, tra i 15 e i 29 anni, la percentuale di giovani e giovanissimi senza istruzione o lavoro raggiunge il tristissimo primato europeo del 23,1%. Già ora, dunque, dati impressionanti, che, senza una svolta di giustizia formativa e sociale, non possono che peggiorare.

Se abbiamo scritto – come Alleanza Verdi-Sinistra – nel programma elettorale, «massimo 15 alunni per classe»; o «tempo pieno e prolungato in ogni ordine di scuola, in tutto il Paese»; o ancora «zone di educazione prioritaria e solidale nelle aree di maggiore dispersione scolastica e disagio, geografico e sociale» o «istruzione gratuita dal nido all’università», non è per “spararle grosse”, ma è perché (ce lo dicono le mobilitazioni di studenti e insegnanti, dei mesi scorsi; e i dati: scuola e democrazia sono dentro un ciclone che sta travolgendo entrambe, con le vite reali delle presenti e future generazioni. Non è un problema di alcuni, ma di tutti e tutte. Eravamo allo sciopero generale a dicembre, e agli scioperi della scuola, perché hanno espresso questa consapevolezza lucida.

15 alunni per classe, dunque, è una necessità, ma anche una leva per scardinare le politiche dei tagli e della formazione subalterna al mercato. Lo dico con chiarezza: una alleanza per fermare o arginare la destra era ed è necessaria (come è stato importante, nei mesi scorsi avere una opposizione di sinistra in Parlamento), ma non significa, neanche per un momento, fare sconti a nessuno su cedimenti e politiche sbagliate, passate o future. Semmai, una sinistra ambientalista, autonoma e più forte, serve a portare fin dentro le istituzioni lotte e movimenti, proposte di una controffensiva, che è, sempre, possibile e necessaria.

La repressione, a Venezia, contro i giovani del Friday for future, e quelle contro gli studenti, nei mesi scorsi, ci dice che avremo mesi, forse anni, duri e difficili; le lotte del mondo della scuola non saranno secondarie, nel cambiare l’orizzonte; lo sa il sindacato, lo sanno gli studenti e chi lavora nella scuola, è bene che lo sappiano tutte le forze democratiche e i cittadini.

* Responsabile Scuola e Università di Sinistra Italiana