100 anni fa i dieci giorni che sconvolsero il mondo e lo ricostruirono con nuove sembianze. Gli anniversari, si sa, sono un modo per tener viva la memoria storica collettiva. Non per imbalsamarla, quanto piuttosto per non smettere, di volta in volta, di reinventarla. E reinventare la storia della rivoluzione bolscevica significa oggi riattraversare le forme della sua messa in immagine, attraverso il cinema soprattutto. L’opera teorica e artistica di Ejzenštejn, da Sciopero (1924) a La congiura dei boiardi (1947) è uno strumento pressoché imprescindibile per questo scopo. È cosa ormai piuttosto nota che esista nel lavoro di Ejzenštejn (da...