Referendum, 700 amministratori locali per il No
Se approvata, la riforma costituzionale trasformerà «il sistema delle autonomie locali in diramazioni periferiche di un’architettura dove il governo centrale è perno di tutto». In un appello firmato da 700 […]
Se approvata, la riforma costituzionale trasformerà «il sistema delle autonomie locali in diramazioni periferiche di un’architettura dove il governo centrale è perno di tutto». In un appello firmato da 700 […]
Se approvata, la riforma costituzionale trasformerà «il sistema delle autonomie locali in diramazioni periferiche di un’architettura dove il governo centrale è perno di tutto». In un appello firmato da 700 tra sindaci, amministratori e consiglieri di comuni, province e regioni si chiede di fermare il «revisionismo costituzionale» anche perché «dopo avere usato gli enti locali come bancomat per tagliare la spesa pubblica», la possibilità dei cittadini di condividere le scelte su temi rilevantissimi, dal sistema sanitario ai servizi sociali, dall’ambiente alle opere pubbliche, verrà limitata dal concetto di «interesse nazionale». E un senato non eletto «non rappresenta né i cittadini né i territori».
Quindi la riforma « toglie democrazia, peggiora l’economia e la capacità di intervento, indebolisce il sistema delle garanzie, dei diritti sociali, di cittadinanza e di partecipazione politica sanciti nella prima parte della Costituzione». «La revisione del Titolo V – ricorda Stefano Fassina di Si – destruttura e concentra nelle mani di palazzo Chigi le competenze dei governi territoriali». All’appello hanno aderito circa 60 5S, rappresentanti delle Liste Civiche e diversi dem.Tra i firmatari il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
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