Il presidente Putin sarebbe pronto a riprendere i negoziati con l’Ucraina e a cessare il fuoco sulla base delle «attuali linee del fronte» e sugli accordi già raggiunti a Istanbul. L’agenzia Reuters cita tre fonti ben informate sulla questione e un alto funzionario vicino al presidente russo. Il problema principale sarebbero «i tentativi dell’Occidente di ostacolare i negoziati e la decisione del presidente Zelensky di escludere i colloqui».

Il portavoce del Cremlino ha smentito, ma la notizia aveva già fatto il giro del mondo.

Il ministro degli esteri ucraino Kuleba vede in questa fuga di notizie una strategia di Mosca. «Putin sta cercando disperatamente di far deragliare il vertice di pace che si terrà in Svizzera il 15-16 giugno. Il suo entourage invia questi falsi segnali di presunta disponibilità a un cessate il fuoco, nonostante le truppe russe continuino ad attaccare brutalmente l’Ucraina». Dall’Unione europea, riferisce l’Ansa, un alto funzionario europeo ha parlato di «semplici speculazioni» e ha accusato Putin di «non essere pronto per la pace».

In ogni caso a Bruxelles bruciano ancora le dichiarazioni del premier ungherese Orbán, che ha apertamente accusato l’Ue di preparare una guerra contro la Russia. «I discorsi sulla ‘minaccia russa’ non sono che una manovra occidentale per prepararsi alla guerra» in quanto «è improbabile che la Russia attacchi un Paese della Nato» visto che non è nemmeno «riuscita a vincere in Ucraina». Il primo ministro magiaro ha anche aggiunto, riferendosi evidentemente all’Ucraina, che «i nostri avvocati e ufficiali sono al lavoro per vedere come l’Ungheria possa mantenere la sua adesione in modo da non dover prendere parte ad azioni della Nato al di fuori del territorio della Nato».