Sabato mattina, mentre le sirene iniziavano a urlare annunciando l’arrivo di missili in quasi tutto il paese, Gerusalemme compresa, ho scambiato il primo di una serie di brevi messaggi su WhatsApp con una mia amica. Alle 14.45 le ho scritto l’ultimo: la radio riferiva che l’esercito stava entrando nel kibbutz Be’eri e anche nel suo, Kfar Aza. Mi ha risposto che lo sapeva. Poi più niente, per tutta la notte. Domenica mattina da alcuni amici ho saputo che lei e suo marito erano morti. A Be’eri sono stati uccisi più di 105 membri del kibbutz e si ritiene che a...