Pride in sette città: «L’amore non si annulla in tribunale»
Le Famiglie Arcobaleno «Sono incinta di sette mesi e non sai che caldo e che fatica scendere in piazza con la pancia, ma voglio lottare e combattere per i nostri dritti». Arianna ha […]
Le Famiglie Arcobaleno «Sono incinta di sette mesi e non sai che caldo e che fatica scendere in piazza con la pancia, ma voglio lottare e combattere per i nostri dritti». Arianna ha […]
«Sono incinta di sette mesi e non sai che caldo e che fatica scendere in piazza con la pancia, ma voglio lottare e combattere per i nostri dritti». Arianna ha 37 anni, è di origine messicana e il 29 settembre diventerà mamma insieme a sua moglie Veronica. Non hanno voluto conoscere prima il sesso del bambino, ma sanno che vogliono vivere in Italia anche se la loro vita rischia di precipitare nell’incertezza dopo il ricorso della procura di Padova contro le trascrizioni all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali, e dopo che venerdì il Tribunale di Milano ha annullato la trascrizione di un bambino figlio di due padri nato all’estero grazie alla gestazione per altri. «Mia moglie non verrà riconosciuta come madre legittima e questo è terribile e ci fa soffrire», dice Arianna.
Nel weekend che vede sfilare ben sette Gay Pride, i sentimenti dominanti sono prevalentemente rabbia e orgoglio ma anche qualche timore per il futuro. Un’onda di manifestazioni che si concluderà oggi a Reggio Emilia, ma che ieri ha visto sfilare centinaia di migliaia di persone a Milano, Palermo, Cagliari, Chieti, Perugia e Venezia. Nel capoluogo siciliano la sfilata per i diritti delle persone omosessuali ha perfino spaccato la maggioranza di centrodestra dopo la decisione del sindaco Roberto Lagalla di concedere il patrocino del Comune alla manifestazione. Una scelta duramente criticata da Fratelli d’Italia, con Carolina Varchi, vicesindaca e deputata alla Camera dove è relatrice della legge sulla maternità surrogata come reato universale, che ha voluto prendere «nettamente le distanze» dalla decisione di Lagalla.
«L’amore non si annulla in tribunale» era scritto sullo striscione della famiglie Arcobaleno che ha aperto il corteo di Milano, quello più partecipato con manifestanti arrivati anche da altre regioni. Su uno dei 30 camion che danno vita alla sfilata a un certo punto sale anche Elly Schlein che assicura la presenza del Pd «in tutti i luoghi dove si difendono i diritti e si chiede una legge contro l’odio». «Siamo in pericolo di regressione sui diritti, non solo n Italia con questo governo, ma anche i Europa», dice. Accanto alla segretaria il dem Alessandro Zan, padre della legge contro l’omotransfobia bloccata al Senato. «Non abbiamo dimenticato quell’orribile applauso – prosegue la segretaria – con il quale è stata affossata una legge di civiltà, contro l’odio le discriminazioni, di cui invece si sente molto il bisogno perché le persone discriminate ogni giorno per il loro orientamento sessuale o per l’identità di genere non possono più aspettare».
Per al corteo anche il segretario di +Europa Riccardo Magi per il quale «modificare atti di nascita di bambini di 6 o 7 anni è qualcosa di persecutorio«. E rispetto alla decisioni dei tribunali, conclude magi, «l’unica cosa da fare è ricorrere e sollevare la questione davanti alla Corte costituzionale»
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