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Preziosi, cattodem: «Piazza oltranzista, chiedere il ritiro del ddl è irrealistico»

Preziosi, cattodem:  «Piazza oltranzista, chiedere il ritiro del ddl è irrealistico»Ernesto Preziosi, deputato cattodem del Partito democratico

Il cattolico Il deputato Pd: «Subito modifiche al testo Cirinnà. Nel 2007 fu un errore bocciare i Dico, a cui fecero da sponda importanti settori ecclesiastici. Colpa dell'intransigenza di Ruini. Ora tornare indietro a quel punto non è più possibile»

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 2 febbraio 2016

Non è andato al Family Day e resta convinto che «sarebbe stato meglio che non ci fossero andati i politici, che hanno un altro ruolo. E i vescovi, come aveva detto la Cei». Ora Ernesto Preziosi, deputato, cattolico democratico, docente all’università di Urbino, per un decennio vicepresidente della ’laica’ Azione Cattolica, chiede alla politica di «fare il suo mestiere» cioè «ascoltare la piazza, e poi decidere autonomamente».

Professore Preziosi, ma ’ascoltare’ la piazza del Circo Massimo significherebbe ritirare il ddl Cirinnà.

Bisogna guardare bene la composizione di quella piazza. Dal Family Day del 2007 sono cambiate, anche nell’area cattolica. Al Circo Massimo c’erano alcuni movimenti e non altri. Azione Cattolica, Agesci e perfino Comunione e liberazione hanno fatto documenti critici sulla legge, ma non hanno sponsorizzato l’appuntamento.

Appunto. Una piazza’ oltranzista che chiede il ritiro del testo.

La posizione secondo cui non c’è bisogno di una legge ad hoc per riconoscere i diritti individuali è sostenuta anche da alcuni costituzionalisti. Ma bisogna prendere atto dello stato delle cose: oggi quella posizione non si può sostenere. Nel 2007 i Dico andavano in quella direzione. Ma aver fatto sbarramento, con il coinvolgimento diretto della Cei di Ruini, ha fatto sì che oggi tornare su quella linea è impossibile. Io non apprezzo la legge Cirinnà perché punta a un simil-matrimonio per persone dello stesso sesso. Ora gli emendamenti di Giuseppe Lumia toglieranno i riferimenti al matrimonio nel codice civile perché lo abbiamo chiesto e perché c’è stato un passaggio del Colle sui rischi di tipo costituzionali. Ma l’impianto resta quello che è.

Il Family Day del 2007 stoppò la legge sui Dico, scritta dalla cattolica Rosy Bindi. Quello stop per i cattolici è stato un autogol?

A quella legge lavorarono, o fecero informalmente da sponda, anche settori ecclesiali importanti: per riconoscere diritti senza arrivare al matrimonio. Poi però l’intransigenza ruiniana ha fatto il danno che ha fatto.

Oggi i cattolici intransigenti potrebbero fare danni alle richieste dei cattolici democratici come lei?

Oggi il rischio è l’opposto: che non venga ascoltato nessuno, neanche chi fa osservazioni ragionevoli. Alcuni non distinguono le componenti ecclesiali e prendono anche noi per oltranzisti. Noi, come del resto è nella nuova linea di Francesco, siamo attenti alle situazioni di vita e a non calare i principi della dottrina come una clava sulla testa delle persone. Proponiamo una verità e la testimoniamo. Altro è tentare di imporla.

Si fa di tutti i cattolici un fascio?

Anche nel Pd si sono stupiti che noi non andassimo al Family Day. Ma noi non vogliamo essere confusi: questa protesta così massimalista non ci appartiene. Molti dei quaranta firmatari del documento della Camera sono d’accordo con il riconoscimento dei diritti. Da credenti.

La piazza del Circo Massimo è stata fredda verso papa Francesco?

Quella piazza ha accettato alcuni consigli, ha fatto tesoro del mezzo Family Day sul gender e infatti ha evitato di far parlare dal palco chi, per esempio, avrebbe attaccato i vescovi. Ma anche grazie al pontificato di papa Francesco molte cose stanno cambiando. È un segno positivo. Anche dentro Cl la posizione di don Julian Carròn sulle unioni civili guida spirituale del movimento che di recente ha invitato a «non costruire muri», ndr) è stata criticata perché diversa da quella tradizionale. Eppure ormai è evidente che è in corso un restyling dell’associazionismo cattolico. Nella Chiesa ci sono movimenti con una lunga storia e un impianto democratico, ovvero che eleggono i propri responsabili. Altri di tipo leaderistico, portati anche in politica a riconoscersi in un leader e in posizioni schematiche. È la prima volta che Azione cattolica e Cl prendono la stessa posizione.

Alla fine il Family Day darà una mano ai vostri emendamenti o ha solo ridato fiato alla destra?

La piazza non fermerà la legge. Il centrodestra ha una responsabilità enorme: al senato, in commissione giustizia, Sacconi e Giovanardi hanno fatto ostruzionismo a priori e hanno reso impossibile l’esame di una legge così delicata che andava ancora discussa in quella sede.

E questo oltranzismo, che si è riconosciuto in quella piazza, aiuta i vostri emendamenti?

Fa danno. Ritirare la legge non è possibile. L’unica strada è migliorarla.

Voi del Pd siete impegnati a votare comunque sì alla legge. Lo farete?

L’impegno per il momento l’hanno preso solo i senatori del Pd. Andrà così, a parte alcuni casi. Ma è una scelta interessante: tutti si sono impegnati a votare la legge. Anche se finisse con lo stralcio delle stepchild adoption.

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