Post contro Israele, il candidato dem si scusa
La rete non dimentica. E Twitter è spesso una miniera d’oro per i cercatori di gaffe e posizioni «inaccettabili» espresse nello spazio di 280 battute. È così che Raffaele La Regina, 29 anni, scelto da Enrico Letta come capolista in Basilicata per il Pd, finisce nel tritacarne della campagna elettorale per un post di due anni fa: «In cosa credete di più: legittimità dello Stato di Israele, alieni o al mollicato di Mauairiedd? E perché proprio al mollicato?». Una battuta, nemmeno particolarmente brillante, diventata l’occasione per lanciare accuse di antisemitismo verso La Regina (e, di conseguenza, verso tutto il Pd).
Lui ha replicato secco: «Mi si accusa di negare l’esistenza dello Stato di Israele, richiamando un meme che distrattamente e superficialmente ho rilanciato in un gruppo privato. Si trattava insomma di satira, non di una posizione politica. Un gesto comunque sbagliato per cui chiedo scusa. Ma voglio essere chiaro: non ho mai messo in dubbio la legittimità dello Stato di Israele, né in passato né mai, né il suo diritto di esistere».
Enrico Letta, dopo le scuse, ha ringraziato e dichiarato chiusa la questione, e il Pd ha ripetuto che «la posizione del partito su Israele è nota». Salvini, che in passato si è più volte prodotto in dichiarazioni ben oltre i limiti della decenza, arriva a invece a dire che «la candidatura di La Regina mi fa orrore», mentre Maria Elena Boschi si dichiara «orgogliosamente diversa» ed esprime «solidarietà al popolo d’Israele». Gli scatenati pretoriani di Twitter in qualche modo legati al cosiddetto terzo polo, nel frattempo, si sono messi di punta a tirare fuori altre uscite del candidato Pd: dalla volta che ha condiviso una bandiera palestinese (era il 2017) a quando nel 2015 paragonò a una dittatura quello che stava facendo l’Ue alla Grecia di Tsipras: quando c’è la campagna elettorale, tutto fa brodo.
Anche la Comunità Ebraica di Roma ha protestato: «Candidare i giovani in parlamento è una scelta di valore, soprattutto se i candidati portano idee innovative. Se bisogna leggere tesi di odio che negano il diritto d’Israele ad esistere abbiamo un grande problema».
Sollecitato a rispondere alle polemiche, La Regina ha fatto sapere di preferire il silenzio, consapevole del fatto che in un paio di giorni la polemica sarà dimenticata. Dottorando in storia contemporanea, stagista allo Svimez e assistente di Peppe Provenzano quando era ministro per il Sud, La Regina con la sua candidatura ha fatto innervosire molti nel Pd della Basilicata Al suo posto, infatti, tutti avrebbero scommesso che ci sarebbe stato Marcello Pittella, ex presidente della Regione, fratello dell’ex europarlamentare Gianni e figlio dello storico senatore socialista Domenico. Dopo aver definito la sua esclusione «un delitto perfetto», Pittella non ha perso la speranza di poter correre per un posto in parlamento e starebbe dialogando con Italia viva.
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