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Poseidonia, piantiamola

Poseidonia (Pietro Formis)Poseidonia (Pietro Formis)

Ambiente Coop e LifeGate lanciano la riforestazione dei fondali in Liguria, Toscana, Marche e Puglia. In 30 anni si sono persi un terzo dei poseidoneti

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 6 giugno 2024

Immaginate di prendere il Ponente Ligure, un territorio baciato dalla fortuna per la varietà della macchia mediterranea che riveste i suoi monti a picco sul mare, e giratelo a testa in giù, immergetelo nell’acqua per centinaia di metri, fino a toccare le profondità dei fondali. Fatto? Ora potete smettere di immaginare, perché la realtà non è in debito rispetto all’immaginazione: a Capo Noli, per esempio, la falesia che bacia il mare continua a svilupparsi sotto la superficie, e a meno di tre miglia dalla costa il fondale arriva a toccare i mille metri. In quella grande vastità sommersa vivono migliaia di specie animali e vegetali, e tornando verso la superficie, una pianta che è il mattone su cui si basa la foresta blu: la poseidonia oceanica.

QUESTE PIANTE CRESCONO IN AMPIE distese che si sviluppano fino a 40 metri di profondità, a seconda della luce che ricevono. Assorbono il doppio di anidride carbonica rispetto alle foreste «terrestri» e producono ossigeno per una media di 15 litri al metro quadro, ogni giorno. Favoriscono la biodiversità animale e rallentano il flusso dell’acqua. Insomma, si comportano come la vegetazione in superficie e come il verde dei nostri boschi soffrono l’attività antropica.

«LA PESCA A STRASCICO, GLI ANCORAGGI, i ripascimenti delle spiagge hanno portato a una diminuzione del 20-30% dei poseidonieti negli ultimi 30 anni» spiega Monica Montefalcone – professoressa associata di ecologia dell’Università degli studi di Genova- – in occasione della presentazione del progetto sostenuto da Coop e Lifegate per tutelare e riforestare i fondali di diverse località italiane in Puglia, Toscana e in Liguria. L’incontro si è tenuto nell’area marina protetta di Bergeggi, dove si è svolta una giornata che ha permesso ai media di vedere come si mette in pratica la riforestazione stessa.

«È UNA SFIDA DIFFICILE, PERCHE’ QUELLO che avviene al di sotto della superficie è più complesso da comunicare, da fare arrivare alla gente» spiega Maura Latini, presidente di Coop Italia. «Il 60% dei servizi che riceviamo dall’ambiente arriva da habitat degenerati, che sentiamo il dovere di difendere» aggiunge Simone Molteni, direttore scientifico di LifeGate.

IN UNA CONDIVISIBILE INVERSIONE delle canoniche dinamiche di comunicazione, la giornata non ha voluto introdurre il progetto, ma raccontare quello che sta già accadendo. Nel 2023 a Bergeggi sono stati piantati 100 metri quadri di poseidonia, altri 200 mq – pari a 4 mila talee – quest’anno. «È un’attività costosa – spiega Stefano Acunto, direttore dell’International School for Scientific Diving. «Prima di tutto bisogna capire se la zona è indicata per un intervento, e quindi se l’investimento che si fa non sarà messo nuovamente a rischio in futuro. Anche perché la riforestazione è un processo che richiede decenni».

PER IMPIANTARE, VENGONO UTILIZZATE delle reti di fibra di cocco intrecciate a metallo e che fungono da ancoraggio. Sulle «biostuoie» si innestano le piantine, generate dalle talee. «Una volta impiantate, se tutto va bene, nel giro di dodici mesi si inizia a riscontrare un aumento della densità e successivamente avviene la diffusione, l’allargamento della prateria». Questa tecnica ha avuto successo nell’attecchimento: rispetto a interventi di tipo diverso, si è riscontrato un aumento addirittura del 50-70%.

NEL MONDO CONTEMPORANEO non è sufficiente però agire, ma, come accennato sopra, è fondamentale comunicare quello che viene fatto ed è per questo che lo European Institute of Innovation for Sustainability ha attivato una community di 400 giovani per raccontare il mondo della foresta blu, con tutte le criticità e le sfide che la conservazione dell’ambiente richiedono. «In questo momento stanno facendo formazione – racconta Diego Raiteri, vice presidente di Eiis-, 100 di loro saranno selezionati per partecipare attivamente al progetto. L’importanza del mare è ancora ampiamente sottovalutata, ma basta ricordare che un quarto dell’anidride carbonica prodotta viene assorbita dal mare per comprendere quanto sia cruciale intervenire».

TRA TUTTI I MARI, IL MEDITERRANEO è tra gli ecosistemi più fragili e allo stesso tempo preziosi. «Rappresenta solo lo 0,82% della superficie di mare e oceani – sottolinea Laura Pintore, responsabile del dipartimento di biodiversità di Eiis – ma contiene tra il 4 e il 12% della biodiversità globale». Una biodiversità particolarmente ricca in relazione alle dimensioni di questo specchio d’acqua e che, proprio come la macchia mediterranea in superficie, è a rischio. Il mondo vegetale in particolare soffre, non tanto per l’inquinamento – anche se idrocarburi e sostanze chimiche riversati in mare costituiscono un grave danno – ma in larga scala soprattutto per il mutamento delle condizioni climatiche. «L’aumento delle temperature interrompe determinati cicli vitali per alcune specie. Eppure si può fare molto: con solo il doppio delle poseidonie, avremmo benefici dieci volte maggiori». E non fatevi ingannare dal nome: la poseidonia oceanica è una specie tipica ed esclusiva del Mare Mediterraneo, che solo alle nostre latitudini può vivere e prosperare.

A BERGEGGI SARA’ L’UNIVERSITA’ DI GENOVA a monitorare in futuro gli auspicabili progressi del processo di riforestazione, ma «abbiamo attivato anche una collaborazione con le scuole, perché azioni concrete e formazione procedano di pari passo» ha confermato Tiziana Cattani, direttrice delle politiche sociali di Coop Liguria.

DA SETTEMBRE INVECE L’INIZIATIVA Foresta Blu Coop si sposterà all’isola d’Elba, dove ricercatori e giovani aggregati al progetto andranno a lavorare in un’area marina non protetta: un ambiente più impegnativo e che richiederà uno step in più nella capacità di individuare gli interventi migliori, laddove gli ancoraggi e la pesca a strascico non sono vietati. Analogamente, anche sulla riviera del Conero, nelle Marche, un gruppo di 50 «esploratori del mare» prenderà contatto con la realtà del mare nostrum e lavorerà al progetto di riforestazione.

«FORESTA BLU» E’ UN PROGETTO AMBIZIOSO ambizioso e dai costi elevati, la cooperativa punta a finanziarlo in parte anche grazie al contributo dei consumatori: dall’8 giugno all’8 settembre, nei negozi Coop saranno perciò in vendita piantine di sansevieria. Perfetta per gli ambienti secchi, facile da coltivare in casa, è una delle più diffuse piante d’appartamento per la modesta richiesta di luce e acqua e la sua capacità di rilasciare ossigeno di notte.

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