Non c’è tregua. In Emilia Romagna continua a piovere e la protezione civile ha ancora una volta prorogato l’allerta rossa, che riguarderà 42 comuni anche per la giornata di oggi. Il conto delle vittime dell’ondata di maltempo cominciata martedì è salito a quindici: 7 in provincia di Ravenna, 4 a Cesena, 3 a Forlì e 1 nel bolognese. Continuano anche le evacuazioni, sia nei paesi più piccoli sia nelle città: a Ravenna e a Forlì. Per gli altri l’indicazione di massima è sempre la stessa: cercare di spostarsi ai piani più alti dei palazzi.

Gli sfollati sono saliti oltre quota quindicimila: metà hanno trovato accoglienza negli alberghi e nelle strutture messe a disposizione dai comuni, gli altri si sono rifugiati nelle loro seconde case o da amici e parenti. Il problema è che nessuno sembra avere la più pallida idea di quando potrà tornare. In fondo è così in ogni situazione di emergenza: si vive alla giornata, anche se qui le giornate cominciano ad essere parecchie e le cose da fare per fronteggiare i bisogni primari non lasciano spazio alla programmazione. A Ravenna la paura di nuovi allagamenti ha portato all’innalzamento di una vera e propria barriera di terra in via Faentina, in zona Fornace Zarattini, a poca distanza dal centro. Una scena mai vista e che però la dice lunga su quanto sia drammatica la situazione: a far paura sono i fiumi già esondati che, con l’arrivo di nuove piogge più o meno intense, potrebbero farlo di nuovo.

Tra le emergenze, oltre ai tanti paesi isolati, alle strade chiuse e al traffico ferroviario ancora in tilt, si segnala l’appello dei sindaci dell’unione dei comuni della Bassa Romagna: cominciano a scarseggiare cibo e acqua potabile.

Matteo Lepore
Abbiamo centinaia di frane, la priorità è la terra che si muove, il fango continua a scendere. Un centinaio le strade chiuse, alcuni ponti sono crollati

Il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci, in un collegamento con Rete4, ha annunciato uno stanziamento del governo di dieci milioni di euro per il maltempo di inizio mese e di altri venti per l’emergenza ancora in corso. L’ok definitivo, però, arriverà soltanto al consiglio dei ministri di martedì prossimo. «L’allerta rimarrà ancora per diversi giorni, vista la fragilità del territorio – ha detto ancora Musumeci -, le frane sono il pericolo più insidioso dopo l’alluvione».

Di frane parla anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore, che, almeno per quanto riguarda la sua città, descrive un lento ritorno alla normalità, anche se non si può ancora abbassare la guardia. «Abbiamo centinaia di frane – ha spiegato -, per noi in questo momento la priorità è la terra che si muove, perché con la pioggia il fango continua a scendere. Abbiamo un centinaio di strade chiuse, alcuni ponti che sono crollati e tantissimi danni».

Il governatore Stefano Bonaccini prova a rassicurare: «Nessuno verrà lasciato solo. Martedì porterò con me a Roma le rappresentanze sindacali, delle associazioni imprenditoriali e di tutte le categorie per un incontro con la presidente del consiglio e alcuni ministri». È prevista per oggi, invece, la visita sui luoghi del disastro di Matteo Salvini, che dopo aver paragonato su Twitter la situazione emiliana a quella del suo Milan e dopo aver cercato di attribuire le colpe «a quelli che dicono no a tutto», si spera riuscirà a comportarsi da ministro delle Infrastrutture.

Per quello che riguarda la futura ricostruzione, le prospettive restano incerte. La proposta di Confcooperative, sposata in parte anche dalla segretaria Pd Elly Schlein, di usare i fondi del Pnrr pare accantonata. Il ministro Raffaele Fitto sul punto è piuttosto chiaro: «Il tema dell’Emilia merita un’attenzione diretta del governo, il Pnrr ha un percorso differente: all’interno ci sono risorse per il dissesto ma sono per progetti già specifici».