Per rispetto dei vacanzieri, che anche ieri affollavano il porto di Piombino per imbarcarsi verso l’Elba e le altre isole dell’Arcipelago Toscano, è durato poco più di due ore il corteo organizzato dai comitati contro il rigassificatore che il governo ha deciso di collocare alle banchine, più o meno a 300 metri dalle case. Comunque l’unica strada di accesso alla città – il viale Unità d’Italia – è rimasta bloccata per parte della mattina, visto che i comitati, fra i quali il Gazebo 8 Giugno, Salute Pubblica, La Piazza e Liberi insieme per la salute, lo hanno occupato pacificamente. Dalle due alle tremila persone, come un mese fa in piazza Bovio, hanno ribadito che piazzare la nave rigassificatrice Golar Tundra, lunga quasi 300 metri per 40 di larghezza, alla nuova banchina che era stata costruita per ospitare il relitto della Costa Concordia, poi “scippata” dal porto di Genova, è una follia.
Mentre alle manifestazione del 18 giugno i comitati avevano chiesto e ottenuto che non ci fossero bandiere di partito, questa volta nell’appello ai cittadini, ai sindaci della Val di Cornia, alle forze politiche, alle associazioni di categoria, ai sindacati e alle associazioni ambientaliste c’era il via libera ai simboli di riconoscimento. Risultato: oltre alle bandiere di Legambiente e Wwf, e del sindacato di base Usb, c’erano i vessilli di tutti i partiti dell’arco costituzionale, da Rifondazione comunista a Fratelli d’Italia. Compresi quelli di Pd, Lega e M5s, che in Val di Cornia, all’Elba e anche a Follonica protestano, mentre a Roma hanno dato il via libera al progetto di Snam. A riprova, solo 24 ore prima il leghista Giancarlo Giorgetti alla festa nazionale della Uil ribadiva che impianti del genere “hanno un impatto anche ambientale, ma risultano fondamentali nella strategia di autosufficienza rispetto al gas russo”.
La risposta dei manifestanti era riassumibile nello striscione “Giani, rigassifica la tu’ sorella”, con cui è stato nuovamente contestato il governatore toscano, che di fatto ha dato il via libera al progetto. “Dopo vent’anni di promesse disattese – ha spiegato un operaio cassintegrato delle Acciaierie – invece delle bonifiche e di investimenti per il futuro siderurgico di Piombino vengono a piazzare in porto il ‘bombolone’, per dare la botta finale all’economia della città”.
Tutti i sindaci della Val di Cornia, dal piombinese Francesco Ferrari di Fdi al rossoverde civico Paolo Riccucci di San Vincenzo, hanno sfilato con i loro concittadini. C’era anche Andrea Bedini, sindaco dem di Follonica, perché l’opposizione alla Golar Tundra abbraccia anche l’Elba e il golfo di Follonica. E mentre fra i tanti si notavano Dario Salvetti del Collettivo di fabbrica ex Gkn e Antonella Bundu, consigliera fiorentina della sinistra di opposizione, il sindaco Ferrari ribadiva: “La partecipazione alla manifestazione di oggi dimostra che la nostra città non si arrende. E come Comune, con gli strumenti che abbiamo a disposizione, valuteremo se e come è possibile bloccare la procedura amministrativa”.
Il segretario nazionale di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni, che venerdì aveva incontrato i comitati, ha annunciato una nuova interrogazione parlamentare. Mentre la segretaria toscana di Si, Alessia Petraglia, ed Eugenio Baronti, sfilando in corteo hanno sintetizzato lo stato delle cose: “Piombino è il terzo porto italiano, con un movimento passeggeri di oltre 3 milioni all’anno, e si pensa a un rigassificatore a poche centinaia di metri dalla città. Mentre tutti gli impianti simili sono collocati ad una ventina di km dalla costa, con un’area di sicurezza interdetta ad ogni attività e navigazione. Per giunta, oltre alla evidente insicurezza, non parliamo di transizione ecologica: non c’è niente di più antieconomico e antiambientale del gas trasportato dalle navi”. Ce n’è anche per Giani: “La sua presunta mediazione è vergognosa, il rigassificatore va bloccato perchè è pericoloso sempre, per 25 così come per 3 anni. E cosa ne pensano i suoi assessori all’ambiente, alla salute, al turismo, alle attività produttive e ai trasporti? Non c’è stata alcuna voce a tutela dei cittadini di Piombino e della costa”.