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Pillola abortiva, la destra prova a stopparla. Ma è bufera

Pillola abortiva, la destra prova a stopparla. Ma è bufera – Ansa

Diritti Piemonte, l’Assessore regionale di Fratelli d'Italia contesta le linee guida del ministero. Per l’esponente di Fd’I la Ru 486 sarebbe «incompatibile» con la legge 194

Pubblicato circa 4 anni faEdizione del 17 settembre 2020

A nemmeno una settimana dall’ordinanza con la quale la Giunta Cirio ha deciso di aggiungere ulteriori prescrizioni sulla misurazione giornaliera della temperatura di tutti gli studenti piemontesi, provocando l’immediato ricorso del Ministero dell’Istruzione al Tar, ieri si è aperto un nuovo fronte di scontro con il Governo Conte. Protagonista è un altro esponente di Fratelli d’Italia, l’Assessore Maurizio Marrone che, da pochi mesi, ha sostituito il suo compagno di partito Roberto Rosso, finito in carcere lo scorso dicembre con l’accusa di scambio di voto politico mafioso. Questa volta nel mirino degli epigoni di Giorgia Meloni sotto la Mole ci sono le linee guida che il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha emanato ad inizio agosto per la somministrazione della pillola abortiva Ru486.

Le linee guida di agosto hanno colmato un vuoto normativo rispetto ai tre giorni di ricovero richiesti dalla vecchia legge per poter ricevere il farmaco, che di fatto erano inapplicati in tutta Italia. Secondo Marrone, che ha interessato gli uffici dell’Avvocatura regionale per un parere legale, esistono “incompatibilità con la legge 194” soprattutto rispetto al ruolo dei consultori che, secondo l’interpretazione dei legali della Regione (anche se manca una documentazione scritta a riguardo) non dovrebbero poter somministrare il farmaco. L’esponente della destra piemontese, in qualità di Assessore agli affari legali, ha preparato delle nuove linee guida che, qualora approvate, prevederebbero lo stop alla distribuzione in day hospital alla fine dell’emergenza Covid, il ricovero obbligatorio per le donne che scelgono l’aborto farmacologico e un raccordo delle istituzioni con i movimenti “Pro Vita”.

Per ora è solo una proposta, anche se è già presentata alla stampa, e non vi è nessuna calendarizzazione in Giunta. Immediate le critiche delle opposizioni: dal Partito Democratico ai 5 Stelle passando per la sinistra. Secondo il capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, la proposta di Marrone è “irragionevole, antiscientifica e antistorica. Un atto mitomane in cerca di visibilità, sul corpo delle donne.” “L’ ultra-destra con una mano finanzia associazioni pro-vita e con l’altra impedisce l’esercizio di un diritto alle donne della nostra regione, togliendo loro la possibilità di affidarsi a una rete capillare di consultori in cui il metodo farmacologico è trattato con il massimo della professionalità” conclude Grimaldi.

Ancora più dura la Sindaca di Torino, Chiara Appendino: “lo dico in maniera molto chiara: sull’aborto, il diritto di scelta non si tocca. Quanto dichiarato da Marrone dimostra una totale ignoranza tecnica sul tema, ci batteremo in ogni sede affinché la tutela delle donne e il loro diritto all’autodeterminazione vengano rispettati”. Il ginecologo e storico esponente radicale, Silvio Viale, invece afferma che questa proposta “non cambia nulla e che continueremo a dare la RU486 in Day Hospital, mi dispiace per Marrone e per il suo irrealizzato inconscio da ginecologo, ma indietro non si torna”.

Nel pomeriggio di ieri anche il Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, ha chiesto conto al Governatore Cirio di questo nuovo fronte di scontro aperto con il Governo. Il Presidente forzista ha gettato, come al solito, acqua sul fuoco sostenendo che “la Regione non ha preso, al momento, alcuna decisione. L’argomento non è ancora approdato in Giunta, verrà portato prima in maggioranza per una valutazione da parte di tutti, essendo un tema che tocca le sensibilità individuali”.

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