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Perugia, il centrosinistra unito cerca l’impresa

Perugia, il centrosinistra unito cerca l’impresaPerugia, piazza IV Novembre

Comunali Piazza IV Novembre, la più grande della città, chiusura della campagna elettorale, di Vittoria Ferdinandi. Da 30 anni nessun partito locale osava più di occuparla, preferendo luoghi più piccoli

Pubblicato 4 mesi faEdizione del 8 giugno 2024

Eccoci in Piazza IV Novembre, la più grande di Perugia, chiusura della campagna elettorale di Vittoria Ferdinandi. Una grandissima festa. Da 30 anni nessun partito locale osava più di occuparla, preferendo luoghi più piccoli. Una sfida vinta, una marea di persone di ogni età trasborda lo spazio della piazza, finisce a inondare anche il vicino Corso Vannucci, le scalette del Palazzo dei Priori e sul lato opposto quelle del Duomo. Sei autobus speciali, per l’assenza di trasporto pubblico, sono arrivati dalle frazioni più lontane come Orfeto o sul lato opposto Mugnano e anche dai più vicini. L’appello di riempire «come un’onda il centro storico» lanciato dall’Alleanza per la Vittoria, il campo larghissimo e compattissimo a sostegno di Ferdinandi, è stato accolto festosamente da un movimento collettivo e un popolo di sinistra che appare davvero risvegliato a nuova vita.

Mentre scriviamo la manifestazione è ancora in corso. Da giorni ci dice Fabrizio Croce di Orchestra per la Vittoria, consigliere comunale uscente: «C’è nell’area in città un clima elettrico, di complicità, mi fermano per strada, nei negozi dovunque vado, non si tratta di una bolla della sinistra, ma di gente comune che mi chiede ‘ma stavolta c’è la facciamo?’. Appunto, dopo 10 anni di governo di centro destra nel comune ex rosso si volterà pagina? I pronostici prevedono tutti un testa a testa al cardiopalma tra le due candidate Vittoria Ferdinandi, 37 anni, civica, psicologa clinica, nominata cavaliere per merito da Matarella per il suo impegno e favore dell’inclusione sociale.

E sull’altro versante Margherita Scoccia, 45 anni di FdI, assessora uscente all’urbanistica candidata sindaca voluta e imposta da FdI. Un duello che sarà deciso forse già al primo turno. A sostegno di Ferdinandi sette liste, tre civiche, Anima Perugia, Orchestra per la Vitoria e Perugia per la Sanità pubblica, Pd, M5S AVS, e Pensa Perugia, con Azione e socialisti. 220 candidati per la metà civici. Un programma costruito a partire dall’ascolto, un metodo che «è il mio portato culturale e di professione» ci ha spiegato Ferdinandi, declinato a tappe concentriche attraversando tutte le 52 frazioni di Perugia, fatto di inclusione sociale, rigenerazione urbana, bilanci partecipati, trasporti pubblici, rafforzamento dei servizi sociosanitari.

Margherita Scoccia, considerata una candidatura debole, era partita lo stesso come vincente per una partita che la destra pensava che non si dovesse neppure giocare. Del resto alle ultime comunali del 2019 il centro destra aveva stravinto già al primo turno con un 60% incassato dal sindaco uscente, il forzista Andrea Romizi, mentre il centro sinistra fortemente diviso era rimasto fermo al 26,6%. Ferdinandi, partita fuori gioco, negli ultimi quattro mesi è continuamente cresciuta; Scoccia dalla sua può contare su un certo radicamento della destra negli ultimi anni. Molto poco credibili però le sue proposte di risanamento delle strade lasciate piene di buche o l’annuncio di un nuovo piano regolatore (avendo avuto 10 anni di tempo per realizzarli).

Il pezzo forte del centro destra, il forzista Andrea Romizi, dopo due mandati esce fuori scena. Il suo nome però campeggia a grandi lettere nella lista di Fi, Fare Perugia Romizi, oltre all’altro assente Berlusconi; Meloni Scoccia (la lista di FdI). Scoccia ha cercato di presentarsi come diretta erede di Romizi, sindaco popolarissimo di prossimità: portamento da ragazzo umile, parlava con chiunque per strada, diverso dai predecessori di variegata sinistra logorati dal potere e meno avvicinabili.

Non è tanto la prossimità che conta ma è la partecipazione, che va strutturata e organizzata, ha spiegato Ferdinandi. Tra le priorità del programma la creazione di strutture di partecipazione, i consigli di cittadinanza e le case della partecipazione dove esistevano le vecchie circoscrizioni, che sono state abolite nel 2007. «Perché il dialogo di prossimità rischia di creare sacche di potere e delle modalità clientelari, invece serve un modello di amministrazione partecipata e per questo creeremo gli spazi affinché i cittadini possano incidere sul governo cittadino» ha ribadito Ferdinandi al confronto tra i candidati organizzato dal Corriere dell’Umbria.

Il sindaco uscente non rappresentava una destra muscolare, salvo poi certi interventi della sua amministrazione in nome della sicurezza e presunto decoro, come aver messo spuntoni contro i piccioni sulle grate per terra davanti al supermercato coop, in zona stazione. Lì dormivano dei senzatetto l’inverno perché usciva il caldo. Una soluzione brutale, di totale indifferenza verso una condizione disperata di emarginazione e sofferenza. «Una politica che non sa entrare in risonanza con il dolore degli altri deve andare a fare qualcosa d’altro» il commento di di Ferdinandi.

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