Una puntata ad Arzano e Casal di Principe, e sei incontri a Roma tra palazzo della Consulta e commissione Antimafia, intergruppo parlamentare giornalisti e centro di coordinamento sulle intimidazioni ai cronisti, con un confronto sulle querele bavaglio e un momento di dialogo tra Ordine dei giornalisti e freelance.

Questa la densa scaletta della tre giorni in Italia dal 4 al 6 aprile del consorzio Mfrr, Media Freedom Rapid Response, finanziato dalla Commissione Europea che riunisce il Centro Europeo per la libertà di stampa e dei media (Ecpmf), International Press Institute (Ipi), Article 19, Free Press Unlimited (Fpu), Federazione europea dei giornalisti (Efj) e Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (Obct), unico partner italiano, che ha organizzato la visita in collaborazione con Fnsi, Articolo 21, Festival Imbavagliati e Ordine dei Giornalisti.

Il duplice focus della missione ricognitiva, che il consorzio di monitoraggio e risposta sui problemi della libertà di stampa ha effettuato nell’ambito delle sue attività di fact-finding e advocacy, è oscillato tra diffamazione e sicurezza dei giornalisti, nella consapevolezza che la minaccia delle querele temerarie costituisce in Italia come in Europa una pesante intimidazione alla libertà di espressione e dei media.

Racconti e prospettive, testimonianze e richieste dirette, sono arrivate ai delegati Mfrr sia dalle istituzioni interpellate sia dai cronisti incontrati ad Arzano, e dai freelance romani; e lo sguardo internazionale che ha portato la delegazione in Italia si è anche concretizzato in una intensa videochiamata della vicepresidente della Commissione Europea, Věra Jourová, che ha voluto incontrare anche se solo da remoto i tre giornalisti minacciati in collegamento dal comando dei vigili urbani di Arzano.

E la vicinanza delle istituzioni europee non poteva essere più concreta e sentita nei confronti dei reporter sotto scorta, cronisti locali che, anche nelle parole della vicepresidente, costituiscono un fondamentale presidio di democrazia in territori marginali assediati dalla criminalità organizzata.

Stridente e al contempo affascinante per i partner la diversità dei luoghi e degli interlocutori toccati dalla missione, dal giudice relatore della Consulta che si è occupato dell’eliminazione della pena carceraria nei casi di diffamazione, al comandante dei vigili urbani di Arzano, Biagio Chiariello, che Luciana Esposito, Marilena Natale e Mimmo Rubio hanno descritto alla vicepresidente come “il comandante giornalista”.

Si è parlato di impegno civile, di orgoglio civico, “siamo innanzitutto cittadini, di Arzano, dell’Italia, dell’Europa”, hanno ripetuto più volte i tre reporter che Claudio Silvestri, segretario regionale del Sugc, sezione campana della Fnsi, ha voluto far incontrare con la delegazione Mfrr e con Bruxelles.

Risultato concreto di questa ricognizione sul campo sarà la pubblicazione di un report che includerà anche raccomandazioni concrete, sia al legislatore sia alle autorità di governo, nel tentativo concreto di sostenere e promuovere la libertà di stampa in tutte le sue declinazioni e in tutte le sue sfaccettature.

Una liberà di stampa e di parola cui la Commissione Europea sta dedicando particolare attenzione, che si tratti di intimidazioni di camorra o delle querele dei colletti bianchi, le SLAPP (strategic lawsuits against public participation) che tentavano di mettere a tacere Daphne Caruana Galizia prima che un’autobomba la uccidesse il 16 ottobre del 2017

L’autrice è parte dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa per il consorzio Mfrr