Italia

Per una Carta di Milano, perché la solidarietà non è un reato

Per una Carta di Milano, perché la solidarietà non è un reato – LaPresse

Allarmati da uno scenario politico e mediatico di costruzione dell’odio e dell’indifferenza non solo nei confronti dei profughi e di chi li sostiene, ma delle stesse leggi e convenzioni che […]

Pubblicato più di 7 anni faEdizione del 20 maggio 2017

Allarmati da uno scenario politico e mediatico di costruzione dell’odio e dell’indifferenza non solo nei confronti dei profughi e di chi li sostiene, ma delle stesse leggi e convenzioni che sanciscono il dovere di solidarietà e di soccorso e il diritto di asilo, ci impegniamo – in quanto cittadini, membri delle istituzioni e operatori dell’informazione – a tutelare l’onorabilità, la libertà e i diritti della società civile in tutte le sue espressioni umanitarie:

quando salva vite in mare;

quando protegge e soccorre le persone in difficoltà ai confini;

quando vigila sul rispetto del principio di legalità e di uguaglianza;

quando denuncia il mancato rispetto dei diritti fondamentali nelle procedure di trattenimento amministrativo e di allontanamento forzato;

quando adempie al dovere inderogabile di solidarietà che fonda la Costituzione italiana.

Gli atti di solidarietà non costituiscono reato e le organizzazioni umanitarie, così come i singoli attivisti, non possono essere messi sotto accusa per averli compiuti. La responsabilità penale è individuale e i processi non devono essere intentati alle organizzazioni solidali in quanto tali, tantomeno attraverso i media, in un percorso di delegittimazione.

Per questo chiediamo alle istituzioni nazionali e dell’Unione europea, in particolare al Mediatore europeo, di vigilare affinché non venga sottratta alle organizzazioni umanitarie e alla società civile la possibilità di essere presenti attivamente nel Mediterraneo, alle frontiere di terra e in tutti i luoghi di confinamento e privazione dei diritti fondamentali dove esercita la funzione essenziale e insostituibile di proteggere l’osservanza dello stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, della solidarietà e dell’eguaglianza.

La Direttiva del Consiglio europeo sul favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali (2002/90/CE) configura come reato il favoreggiamento dell’ingresso illegale di migranti, anche in assenza di profitto economico. B

enché di fatto il testo inviti gli Stati membri dell’Unione a criminalizzare qualsiasi persona o organizzazione assista i migranti irregolari in ingresso, in transito o residenti nel territorio degli Stati membri, la Commissione sta valutando la possibilità di una revisione peggiorativa, così da rendere ancora più difficile l’accesso al territorio europeo e alle procedure per la richiesta di protezione. Se venisse realizzata, una tale riforma avrebbe l’effetto di favorire ulteriormente le reti dei trafficanti, come del resto avverrebbe se venissero mantenuti i criteri restrittivi del vigente Regolamento Dublino.

Chiediamo dunque ai parlamentari europei di impegnarsi per porre fine all’ambiguità contenuta nella Direttiva e affermare con chiarezza che chi fornisce assistenza umanitaria a profughi e migranti non può essere criminalizzato e deve, anzi, essere agevolato e tutelato.

E’ prerogativa dei governi illiberali chiedere la chiusura o il controllo delle organizzazioni non governative, dividendole in collaborative e ostili. La società civile è garanzia per la democrazia, la sua presenza deve essere protetta e incentivata perché rappresenta il nostro sguardo – lo sguardo dei cittadini e di tutte le persone – a protezione dagli eccessi del potere.

Per questo chiediamo che le istituzioni ne promuovano e ne difendano il coinvolgimento e la libertà d’azione.

Da questa Carta condivisa nella manifestazione del 20 maggio 2017 a Milano, ci impegniamo affinché nasca un Osservatorio permanente a tutela della libertà e dell’indipendenza della società civile che opera per i diritti di migranti e rifugiati.

Firmatari

Alessandra Ballerini, avvocato, Terre des Hommes;

Pietro Vittorio Barbieri, Comitato Economico e Sociale Europeo (Cese);

Marco Bechis, regista;

Sandra Bonsanti, giornalista, presidente emerita Libertà e Giustizia:

Anna Canepa, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo;

Don Luigi Ciotti, Libera;

Francesca Chiavacci, presidente nazionale Arci;

Don Virginio Colmegna, presidente Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani” di Milano;

Stefano Corradino, direttore associazione Articolo 21;

Nando Dalla Chiesa, direttore Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano;

Antonio Damasco, direttore Rete italiana di cultura popolare;

Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti umani di Milano;

Loris De Filippi, presidente Medici Senza Frontiere(Msf);

Erri De Luca, scrittore;

Giuseppe De Marzo, responsabile nazionale politiche sociali Libera;

Tana De Zulueta, giornalista, associazione Articolo 21;

Paolo Dieci, presidente Link 2007 Cooperazione in Rete;

Paolo Ferrara, responsabile comunicazione Terre des Hommes;

Maurizio Ferraris, filosofo;

Alganesc Fessaha, presidente Ong Gandhi;

Fabrizio Gatti, giornalista; Riccardo Gatti, capitano e capomissione di Proactiva Open Arms;

Federica Giannotta, responsabile progetti Italia Terre des Hommes;

Beppe Giulietti, giornalista;

Patrizio Gonnella, presidente Antigone e Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (Cild);

Maurizio Gressi, portavoce Comitato per la promozione e la protezione dei diritti umani;

Giampiero Griffo, presidente Disabled People’s International Italia (DPI);

Gad Lerner, giornalista;

Yasha Maccanico, ricercatore e giornalista, Statewatch/University of Bristol;

Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano;

Antonio Marchesi, presidente Amnesty International Italia;

Elisa Marincola, portavoce associazione Articolo 21;

Tomaso Montanari, presidente di Libertà e Giustizia;

Kostas Moschochoritis, segretario generale Intersos;

Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia;

Paolo Oddi, avvocato; Moni Ovadia, attore e regista;

Elena Paciotti, giurista;

Daniela Padoan, saggista;

Letizia Palumbo, Università di Palermo;

Gianni Rufini, direttore generale Amnesty International Italia;

Piero Soldini, nazionale Cgil;

Barbara Spinelli, parlamentare europea Gue/Ngl;

Vittoria Tola, responsabile nazionale Unione Donne Italiane (Udi);

Lorenzo Trucco, avvocato, presidente Associazione Studi Giuridici Immigrazione (Asgi);

Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato, presidente Associazione Diritti e Frontiere (Adif);

Guido Viale, sociologo;

Gustavo Zagrebelsky, giurista;

Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano.

ABBONAMENTI

Passa dalla parte del torto.

Sostieni l’informazione libera e senza padroni.
Leggi senza limiti il manifesto su sito e app in anteprima dalla mezzanotte. E tutti i servizi della membership sono inclusi.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento