Pensioni, un rinvio per evitare la spaccatura tra sindacati
Trattativa infinita A palazzo Chigi passa la mediazione: sabato il governo porterà una proposta scritta su tutti i temi. Camusso: distanze ancora molto significative. Furlan: alcune cose molto buone
Trattativa infinita A palazzo Chigi passa la mediazione: sabato il governo porterà una proposta scritta su tutti i temi. Camusso: distanze ancora molto significative. Furlan: alcune cose molto buone
Sindacati molto vicini alla spaccatura sul tavolo pensioni. Doveva essere il giorno decisivo. Invece è arrivato un nuovo slittamento ad evitare una decisione immediata che – al momento – avrebbe diviso Cgil (assolutamente contraria a firmare,) Cisl (assai convinta a firmare) e Uil (critica ma molto titubante a rompere l’unità sindacale da poco riconquistata).
Dopo che il governo aveva illustrato le proposte – già note e ben poca cosa rispetto alla cosiddetta Fase 2 della trattativa – i sindacati si sono riuniti per decidere come rispondere. Per evitare di dividersi è arrivata la proposta (fatta dal mediatore Barbagallo) di chiedere un documento scritto rispetto alla piattaforma sindacale. Questo però costringerà il governo a dover mettere nero su bianco quanto (poco) è previsto per temi fondamentali che vanno oltre la sola questione dell’aspettativa di vita, a partire dalle pensioni dei giovani e del lavoro di cura delle donne.
Così tutto è stato aggiornato a sabato mattina, quando governo e sindacati si ritroveranno alle 10 a palazzo Chigi.
Durante le due ore e più di confronto il presidente del consiglio Paolo Gentiloni aveva auspicato «un accordo dopo il buon lavoro fatto in questa settimana». Illustrando un «pacchetto di proposte innovative rispetto al punto di partenza», che sono il «frutto degli incontri tecnici» e riassumibili in sette punti: l’esenzione dello scatto dell’adeguamento all’aspettativa di vita di 5 mesi a 67 anni per 15 categorie di lavori gravosi (pari a meno del 10 per cento del totale dei pensionandi del 2019); una commissione che studi la gravosità delle occupazioni e che valuti la separazione tra previdenza e assistenza; la revisione del meccanismo di calcolo dell’aspettativa di vita sulla base della media e non delle differenze di picco; il sostegno alla previdenza integrativa dei lavoratori pubblici; il miglioramento del Fis (fondo integrazione salariale); il riutilizzo delle risorse dell’Ape social per il 2018 (i sindacati chiedono che le 4 nuove categorie di gravosi entrino anche nell’Ape social); il riutilizzo di risorse per i precoci per il 2018. «Abbiamo un impegno finanziario coscipuo per sette misure che valgono circa 300 milioni di euro», ha detto Gentiloni. Mentre Padoan ha ribadito il niet al congelamento dell’età pensionabile – proposto in vari emendamenti di forze parlamentari, Pd compreso – con la solita motivazione: «Avrebbe un doppio costo: uno sui conti pubblici e uno sui mercati finanziari».
In realtà a dare l’idea della pochezza del pacchetto basta confrontarlo con quello dello scorso anno: il governo si vantava di aver stanziato 7 miliardi in 3 anni. Oggi si tratta di 300 milioni, quasi tutti nel 2019, spiccioli) per il 2018.
A conferma delle «posizioni articolate» fra i sindacati sono arrivati i commenti a caldo in sala stampa. Se Susanna Camusso ha confermato come «le distanze sono ancora molto significative» anche perché la platea dei lavoratori gravosi «è assolutamente insufficiente» ed ha tenuto a sottolineare che lo slittamento a sabato non equivale ad «un consenso a proposte del governo», per il segretario generale della Cisl Annamaria Furlan «alcune proposte sono molto buone, altre vanno corrette, altre mancano ma c’è tempo per recuperarle». In posizione mediana, seppur critica, è la Uil di Carmelo Barbagallo: «Bisogna fare in modo che maturino ulteriori risposte», perché quelle di stasera «le abbiamo ritenute insufficienti».
La Cgil ieri sera ha tenuto il suo direttivo. Camusso ha aggiornato sullo stato della trattativa, la discussione si è tenuta sulla possibilità di dare mandato alla segreteria di rompere o attendere sabato. Quel giorno potrebbe arrivare la proposta di una manifestazione nazionale o, addirittura, di uno sciopero generale. Molto difficilmente sarà unitario.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento