Economia

Pensioni, sindacati in piazza contro il «furto» del blocco sulla rivalutazione

Pensioni, sindacati in piazza contro il «furto» del blocco sulla rivalutazione

Legge di bilancio Pensioni «Quota 100»: una task force all'Inps per evitare il caos

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 4 gennaio 2019

Una task force per affrontare una «prima fase caotica» nella partenza delle pensioni «quota 100», il decreto legge che sarà probabilemente emanato la prossima settimana dal governo insieme a quello sul sussidio di povertà detto impropriamente «reddito di cittadinanza». La prevede il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon (Lega) secondo il quale i primi mesi di avvio del programma-bandiera del partito salviniano registreranno un afflusso di domande eccezionale che potrebbe mettere in difficoltà le strutture pubbliche. L’Inps, sostiene Durigon, si farà comunque trovare pronta. A Roberto Ghiselli, segretario confederale della Cgil, che ha sollecitato il governo a incontrare i sindacati prima della definizione del decreto, e ha chiesto se prevederà l’Ape social e Opzione donna con data retroattiva dal primo gennaio, Durigon ha risposto affermativamente e che sarà anche eliminato l’adeguamento dell’età all’aspettativa di vita a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Per i lavoratori pubblici la prima finestra per uscire sarà luglio.

Nel frattempo prosegue la mobilitazione dei sindacati dei pensionati contro il rinnovo del blocco della rivalutazione deciso dai grillo-leghisti nella legge di bilancio. Nuove manifestazioni sono previste oggi a Torino a piazza Castello alle 11 e martedì 8 gennaio in altre dodici province. «È una misura scellerata, noi non siamo il bancomat del governo» sostiene Ivan Pedretti (Spi Cgil). «È l’ennesimo furto alle pensioni – sostengono Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilm Uil Piemonte – Non vediamo il tanto sbandierato cambiamento ma il reiterarsi di decisioni sbagliate e punitive verso una fascia di popolazione che avrebbe piuttosto bisogno di essere aiutata e sostenuta».

Sulla «pensione di cittadinanza», un altro tassello del patchwork gialloverde, Cesare Damiano (Pd) polemizza con il vicepremier Di Maio: «Imbroglia – sostiene l’ex ministro del lavoro – Se promette, tra febbraio e marzo, la pensione di cittadinanza a 780 euro, deve anche spiegarci dove trova gli oltre 12 miliardi necessari. fino a 500 euro al mese ci sono più di 2 milioni di pensionati con 3.400 euro all’anno. Bisogna portarli a 9.360 euro. Dov’è lo stanziamento? Nella legge di bilancio non c’è. Sono sicuro che la Ragioneria dello stato non sarà complice di una truffa».

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