Politica

Passa il Ddl Roccella, la parola «sessuale» spaventa la destra

L’aula del Senato foto LaPresseIl Senato – LaPresse

Fuoco cammina con me In Senato via libera all’unanimità alle misure per le vittime di violenza ma durante il dibattito la maggioranza dà il peggio di sé. Malan (FdI): «Non siamo per le lezioni di educazione a 'cose strane' fatte della drag queen nelle scuole». Schlein chiama Meloni: «Almeno sul contrasto a questa mattanza lasciamo da parte lo scontro politico»

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 23 novembre 2023

Sono 85 ogni giorno le donne vittime di reato in Italia, 107 i femminicidi dall’inizio dell’anno. I dati diffusi dal Viminale, ieri, hanno fatto da cornice all’approvazione della legge «per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica». Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin era stata Elly Schlein a rilanciare l’idea di affrontare l’ultimo passaggio in Senato sulla base di un lavoro comune. La prima risposta da parte della premier Giorgia Meloni era stata fredda («il governo si è già mosso») ma il clima di generale commozione e rabbia ha imposto alle forze politiche di limitare le polemiche così il testo è stato votato all’unanimità ma non è mancato lo scontro.

LA MATTINATA era iniziata con una nota del Nazareno: «La segretaria del Pd Elly Schlein ha chiamato la presidente del Consiglio in merito alla possibilità di trovare un terreno comune per far fare un passo avanti al Paese». Il primo passo, quindi, è stato dalla sponda dem. Durante la direzione Pd del pomeriggio, la segretaria ha poi spiegato: «Nei mesi scorsi e anche negli ultimi giorni mi sono rivolta a Giorgia Meloni: almeno sul contrasto a questa mattanza lasciamo da parte l’aspro scontro politico tra maggioranza e opposizione. Apprezzo il segnale che ha dato la maggioranza al Senato dando parere favorevole su un ordine del giorno che chiede di mettere risorse nella legge sulla formazione di operatrici e operatori, così come l’approvazione di un altro ordine del giorno in cui chiediamo di calendarizzare in tempi rapidi le proposte di legge che insistono proprio sull’aspetto di prevenzione».

AL SENATO l’esordio ieri non è stato dei migliori: aula vuota immortalata dalla dem Susanna Camusso e postata sui social. Ma dopo mezzora l’emiciclo si è riempito. Il ddl, già approvato alla Camera, ha 19 articoli che mirano a rafforzare la tutela della vittima accrescendo l’attenzione verso i reati spia e inasprendo gli interventi preventivi: tempi stringenti per le misure cautelari, utilizzo più rigoroso del braccialetto elettronico, arresto anche in «flagranza differita» con l’acquisizione di documentazione video-fotografica o da fonti informatiche, distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi frequentati dalla vittima. Si rafforzano le misure in tema di ammonimento e l’allontanamento d’urgenza dalla casa familiare; interventi sulla specializzazione dei magistrati che si occupano di violenza e la formazione degli operatori in contatto con le vittime. A Palazzo Madama non sono stati presentati emendamenti in ragione dell’accordo bipartisan ma la rissa è scattata sugli ordini del giorno.

LA MAGGIORANZA (con il via libera di Azione e Iv; l’astensione di 5S, Pd e Misto) ha fatto passare un odg a firma del capogruppo FdI Lucio Malan con cui si impegna il governo «a valutare l’opportunità di inserire nei programmi scolastici, con il coinvolgimento dei genitori, a partire dalla scuola secondaria di primo grado, l’educazione al rispetto, anche attraverso una formazione emotivo sentimentale per rapporti umani sentimentali e familiari più sani ed equilibrati». L’astensione delle opposizioni è servita a marcate la linea di scontro: il Pd aveva presentato un odg con cui chiedeva «l’educazione affettiva» mentre il testo 5S prevedeva «l’educazione affettiva e sessuale» nella scuola secondaria. La maggioranza non ne ha voluto sapere, Malan ha spiegato con esattezza il pensiero della destra: «Non siamo per le lezioni di educazione a ‘varie cose strane’ fatte dalle drag queen nelle scuole in rappresentanza di circoli intitolati a personaggi quanto meno imbarazzanti». E la collega di partito Lavinia Mennuni: «Non siamo per un femminismo separatista».

IL DIBATTITO, dopo tutto, ha fatto emergere le differenze. Ivan Scalfarotto (Iv), rivolto a FdI: «Avete paura della parole sessuale?». Alla fine è passato un odg del Pd che impegna il governo a intervenire con nuove norme per la prevenzione e il contrasto alla violenza sulle donne che «completino la normativa vigente» in particolare sull’aspetto della formazione nelle scuole. Alla Camera era stato accolto un emendamento dell’opposizione con le linee guida sulla formazione di personale, forze dell’ordine e magistratura.

LA SENATRICE DEM Valente: «Con questa legge si rafforza l’impianto normativo per proteggere le donne quando ancora siamo nelle condizioni di intervenire. Quello che manca sono le risorse per la formazione e la specializzazione, perché anche le migliori norme camminano sulle gambe di chi deve attuarle. Non avvalleremo la diseducazione nelle scuole predicata dai consulenti di Valditara, affidiamo l’educazione alle operatrici dei centri antiviolenza che sanno come si fa». Anche i 5S mettono nel mirino il consulente del ministero, Alessandro Amadori, autore di un libro sulla «cattiveria delle donne». «Né Valditara né Amadori devono decidere le linee guida della educazione all’affettività» taglia corto da Avs Luana Zanella.

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