Palermo e Genova, destre avanti. Il centrosinistra sogna Verona
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Palermo e Genova, destre avanti. Il centrosinistra sogna Verona

Comunali del 12 giugno Al voto 26 capoluoghi. Taranto e Padova restano a sinistra, in bilico Parma, L’Aquila, Piacenza e Catanzaro
Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 28 maggio 2022

Una sfida «in trasferta» quella delle comunali del 12 giugno per il centrosinistra. «Una tappa dolomitica», l’ha definita il segretario Pd Enrico Letta. I numeri lo confermano: dei 26 capoluoghi di provincia (978 i Comuni totali) in cui gli elettori andranno alle urne per scegliere il sindaco 18 sono governati dal centrodestra e 6 dal centrosinistra (Messina e Parma sono civiche).

Le principali città al voto sono Genova, Verona, Palermo e Parma, cui si aggiungono altri due capoluoghi di regione: L’Aquila e Catanzaro. Più altre città medie come Padova, Piacenza, Taranto, Lucca, Messina, Asti, Alessandria, Cuneo e Como.

Gli ultimi sondaggi indicano che il centrodestra parte nettamente avanti a Genova, con il sindaco uscente Marco Bucci accreditato da Ipsos di una vittoria al primo turno col 51,1% contro il candidato di centrosinistra Ariel Dello Strologo sotto di 10 punti. Pd e alleati dovrebbero invece confermare i sindaci uscenti già il 12 giugno a Padova (Sergio Giordani è dato sopra il 60%) e a Taranto (anche Rinaldo Melucci è segnalato dai sondaggi sopra il 60%).
Poi c’è il caso di Palermo: il candidato del centrodestra Roberto Lagalla (su cui c’è stata una convergenza dei tre partiti più Italia Viva dopo una faida furibonda) è accreditato da Ipsos di un 39,9%, mentre il giallorosso Franco Miceli è al 37,4%. Peccato che in Sicilia basti il 40% per essere eletto sindaco, dunque Lagalla è vicinissimo alla vittoria.

Storia a parte per Verona, città da sempre di destra, dove il centrosinistra con l’ex calciatore Damiano Tommasi stavolta è in partita, grazie alla divisione tra i due sceriffi: il sindaco uscente Federico Sboarina (Lega e Fdi) e l’ex primo cittadino ed ex leghista Flavio Tosi (Forza Italia, Renzi e civiche): i sondaggi sono contraddittori, ma il dato che emerge è ci sono tre poli che si giocano il ballottaggio: Tommasi è dato intorno al 35%, Tosi oscilla tra il 20 e il 30% e Sboarina tra il 30 e il 40%. Chiunque arrivi primo, si andrà al ballottaggio. E in entrambe le sfide l’ex calciatore se la gioca.

Per Letta conquistare Verona sarebbe un colpo clamoroso. Così se riuscisse a evitare la vittoria al primo turno dei sindaci di centrodestra uscenti a Piacenza e L’Aquila: secondo i sondaggi Patrizia Barbieri e Pierluigi Biondi oscillano attorno al 50%. Le due sfidanti dem sono Katia Tarasconi e Stefania Pezzopane, staccate di oltre 10 punti. Ma in un possibile ballottaggio, dicono al Nazareno, la partita potrebbe cambiare verso. Nella città emiliana 5S e sinistra sostengono l’ex Pd Stefano Cugini.

Da tenere d’occhio anche due altre città che vengono da giunte di centrodestra: a Como la candidata dem Patrizia Minghetti (M5S corre da solo) secondo Piepoli è in vantaggio (44%) contro il medico di centrodestra Giordano Molteni (29%). A Catanzaro, altro capoluogo difficile, tutti i segnali indicano un ballottaggio tra il giallorosso Nicola Fiorita e l’ex dem Valerio Donato (sostenuto da Forza Italia e Lega). Staccata la candidata di Fdi Wanda Ferro.

Secondo turno quasi certo anche a Parma, guidata per 10 anni dall’ex grillino Federico Pizzarotti. Il centrosinistra ha puntato sul suo fedelissimo e assessore Michele Guerra. Secondo i dati di BiDiMedia, Guerra sta attorno al 40%, seguito dall’ex sindaco Pietro Vignali (Lega e Forza Italia) al 35%. Anche qui Fdi corre da sola con Priamo Bocchi, che è accreditato di un 7-8%.

In Piemonte la partita di Asti sembra chiusa con la riconferma del sindaco di centrodestra uscenti Maurizio Rasero. Ad Alessandria l’uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco (centrodestra) è sfidato da Giorgio Abonante (Pd-M5S). A Cuneo, governata dai dem, corre la vicesindaca Patrizia Manassero, sfidata da Franco Civallero delle destre. Solitaria la corsa dei 5S con Silvia Cina.

Due le sfide principali in Toscana. A Pistoia l’uscente di centrodestra Alessandro Tamasi cerca la riconferma sfidato da Federica Fratoni (Pd e Iv) e da Francesco Branchetti (sinistra. A Lucca (governata dal centrosinistra) l’assessore Francesco Raspini corre con Pd e alleati contro Mario Pardini del centrodestra e il direttore d’orchestra Alberto Veronesi sostenuto da Iv e a Azione.

C’è poi il caso di Rieti, governata dal sindaco di Fdi Antonio Cicchetti, noto per aver gridato «boia chi molla» ad una iniziativa per sostenere il suo vice Daniele Sinibaldi, in corsa per succedergli. Lo sfidante è Simone Pietrangeli (già sindaco dal 2012 al 2017) , un passato in Sel, ora vicino a Massimiliano Smeriglio, che alle primarie ha battuto il candidato ufficiale del Pd.

A Viterbo la giallorossa Alessandra Troncarelli se la gioca con la civica Chiara Frontini (sostenuta da Sgarbi). Fdi candida Laura Allegrini, Forza Italia e Lega puntano su Carlo Ubertini. A Messina, infine, Federico Basile delfino del sindaco uscente centrista Cateno De Luca, secondo Swg potrebbe sfiorare la vittoria al primo turno centrando il 40%. Attorno al 30% i candidati del centrosinistra Franco De Domenico e del centrodestra Maurizio Croce.

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