Paesi baltici e Polonia chiusi ai cittadini russi. E la Nato serra i ranghi
Il limite ignoto Stoltenberg: aiuti "invernali" per le truppe ucraine, Blinken a Irpin promette armi anche alle nazioni che rischiano «future invasioni»
Il limite ignoto Stoltenberg: aiuti "invernali" per le truppe ucraine, Blinken a Irpin promette armi anche alle nazioni che rischiano «future invasioni»
«L’inverno sta arrivando e sarà duro sul campo di battaglia in Ucraina». Ieri è toccato al Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ricordare ai paesi del blocco Occidentale che la guerra non finirà a breve. Al contrario, a latere di un incontro tra gli alleati di Kiev voluto dagli Usa nella base dell’aeronautica di Ramstein, in Germania, Stoltenberg si è mostrato decisamente pragmatico. «Sappiamo che le dimensioni dell’esercito ucraino sono ora circa tre volte superiori a quelle dello scorso inverno – ha spiegato il segretario – e hanno urgente bisogno di più uniformi invernali, di generatori che creino elettricità, di stufe e, naturalmente, di tende e di altre cose che possano aiutarli a superare l’inverno».
STOLTENBERG PREVEDE l’approcciarsi di un «momento cruciale» per il conflitto, considerato lo «stallo» russo in Donbass e la controffensiva ucraina. E forse i recenti tentennamenti dei governi europei, le imminenti elezioni in Italia e il timore per la crisi energetica hanno allarmato Washington. Per questo ieri, mentre la Nato serrava i ranghi in Germania, il segretario di stato americano Antony Blinken si è recato a Kiev per ribadire il sostegno del suo paese alla causa ucraina.
Blinken ha ispezionato la zona di Irpin e ha poi incontrato il presidente Zelensky al quale ha comunicato l’intenzione dell’amministrazione di Joe Biden di fornire 2,2 miliardi di dollari in finanziamenti militari a lungo termine all’Ucraina e a 18 paesi vicini (soprattutto nell’area balcanica) che sono «potenzialmente a rischio di future aggressioni russe».
A questo pacchetto si aggiungerà un fondo specifico per l’Ucraina da 675 milioni di dollari di armi pesanti, munizioni e veicoli blindati. Tuttavia, la parola definitiva spetta al Congresso americano che ora dovrà approvare entrambe le misure. Il che non è scontato se si considera che il piano d’emergenza da 47 miliardi (che include le misure anti-covid, il sostegno alle imprese, la ricostruzione nelle aree colpite da catastrofi ambientali e, ovviamente, il supporto all’Ucraina) è stato bocciato dai Repubblicani al senato.
Ma Blinken si è dimostrato sicuro: «Il presidente Biden è stato chiaro: sosterremo il popolo ucraino per tutto il tempo necessario». I nuovi finanziamenti e le forniture militari hanno l’obiettivo di dare un sostegno di lungo termine al governo ucraino per l’addestramento delle truppe, la tenuta delle posizioni e le eventuali avanzate.
A PROPOSITO di posizionamento geopolitico, ieri Polonia, Estonia, Lettonia e Lituania hanno annunciato che adotteranno entro la fine del mese di settembre misure per limitare l’ingresso via terra di persone provenienti dalla Russia nella zona senza visti dell’Ue.
Chissà quanto avrà influito sulla decisione l’annuncio del ministero della Difesa bielorusso che si terranno esercitazioni militari fino al 14 settembre nelle regioni confinanti con la Polonia e l’Ucraina, oltre che nelle aree di Minsk e Vitsebsk. Secondo l’esercito ucraino non si tratterebbe ancora di una minaccia tangibile ma il primo ministro estone Kaja Kallas ha accusato direttamente quelle «persone che arrivano con l’obiettivo di minare la sicurezza dei nostri Paesi». Il riferimento palese è al «notevole e crescente afflusso di cittadini russi».
Kallas ha parlato di «volontà politica e di ferma intenzione di introdurre misure temporanee nazionali», anche per i cittadini russi già in possesso del visto europeo, che ognuno degli stati adotterà indipendentemente entro una data condivisa, plausibilmente il 19 settembre. Nel tentativo di mitigare il divieto, la leader estone ha specificato che vi saranno delle eccezioni per alcune categorie tra le quali i dissidenti, i casi umanitari, il ricongiungimento familiare e i titolari di permessi di soggiorno. «Viaggiare nell’Unione europea è un privilegio, non un diritto umano» ha concluso Kallas, aggiungendo che è «inaccettabile che i cittadini dello Stato aggressore possano viaggiare liberamente nell’Ue, mentre allo stesso tempo in Ucraina le persone vengono torturate e uccise».
I PAESI EUROPEI AL MOMENTO non hanno una linea condivisa sul divieto di ingresso ai cittadini russi, tuttavia, l’Ue ha già inasprito le restrizioni sui visti per i funzionari e gli uomini d’affari russi a maggio e martedì scorso la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha proposto di «sospendere completamente l’accordo di facilitazione dei visti e di non riconoscere i passaporti russi emessi nelle regioni occupate dell’Ucraina».
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