Ormai tra Salvini e Meloni è scontro aperto
Centrodestra A pochi giorni dal voto amministrativo e dai referendum, il capo leghista si avvita nelle sue difficoltà e attacca frontalmente la alleata-avversaria: «A Parma ha spezzato la coalizione. Facile stare all'opposizione». Lei risponde per le rime: «Sia più prudente, noi premiati per la coerenza»
Centrodestra A pochi giorni dal voto amministrativo e dai referendum, il capo leghista si avvita nelle sue difficoltà e attacca frontalmente la alleata-avversaria: «A Parma ha spezzato la coalizione. Facile stare all'opposizione». Lei risponde per le rime: «Sia più prudente, noi premiati per la coerenza»
Attacca. «A Parma un centrodestra compatto probabilmente avrebbe vinto anche al primo turno, la scelta di Fratelli d’Italia di correre da sola anche contro il centrodestra forse ci impedisce di vincere al primo turno». Poi ritira la mano: «Non sono qua a fare processi, non do colpe. Sto lavorando a una coalizione di centrodestra più coesa di quanto non lo sia oggi». Matteo Salvini si avvita nelle sue difficoltà. A quattro giorni dalle elezioni amministrative (e dai referendum sulla giustizia) non trova di meglio da fare che attaccare frontalmente la nemica carissima Giorgia Meloni. I rapporti tra i due e tra i rispettivi partiti, si sa, sono ai minimi termini. Ma fino a ieri evitavano almeno di azzuffarsi in pubblico. Adesso invece Salvini mena. E Meloni risponde.
«Quella di Salvini mi sembra una lettura un po’ distorta», dice subito la numero uno di Fratelli d’Italia. «In alcune città non siamo riusciti a trovare una quadra, ma non mi pare per responsabilità nostra, quindi consiglio maggiore prudenza in queste dichiarazioni». In effetti se c’è Parma, dove Fd’I corre da sola rispetto a Lega e Forza Italia alleate, c’è anche Verona, dove Forza Italia sostiene Tosi e Lega e Fd’I Sboarina. E c’è anche Messina, dove invece sono Fd’I e Forza Italia a correre insieme e la Lega ad andare da sola.
Trasparente il nervosismo di Salvini. Domenica ci sono i referendum sulla giustizia che si è voluto intestare e che potrebbero costargli una sconfitta. C’è soprattutto l’occasione del partito di Meloni di sorpassare nelle urne, non più solo nei sondaggi, la Lega. Proiettato sulle politiche questo significa il trasferimento da Salvini a Meloni dell’ambizione di guidare il governo.
Così la litigata sale ancora di tono, diventa un botta e risposta. «Meloni ha scelto la via dell’opposizione, legittima, e nel breve periodo paga più che stare al governo con Letta, Renzi e Conte. Ma io la Lega all’opposizione che cresce nei sondaggi e lascia campo libero alla sinistra per aumentare le tasse non l’ho voluta», dice tutto d’un fiato Salvini. E neanche stavolta Meloni lascia correre. Legge le agenzie e, in tv da Vespa, risponde secca: «Secondo me non paga l’opposizione ma il fatto che Fd’I sia un partito che se dice una cosa la fa, c’è una affidabilità che ci sta premiando». È l’ultimo colpo. Fine della rissa, per oggi.
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