Il rapporto su Gaza presentato ieri dalla Conferenza Onu sul commercio e lo sviluppo era stato preparato prima del 7 ottobre. Andrà rivisto: le conseguenze della crisi umanitaria sono «impossibili da definire», dice l’organismo Onu.

Il rapporto registrava una diminuzione dello sviluppo dal 2007 e le restrizioni imposte da Israele, ovvero il blocco al movimento di persone e di beni. «Gaza ha vissuto sedici anni nei quali lo sviluppo è diminuito e il potenziale umano e il diritto allo sviluppo sono stati soppressi», si legge nel rapporto che parla di «profonde sfide economiche che deve affrontare una popolazione sotto occupazione (…) e operazioni militari intermittenti».

Non va bene al resto dei Territori occupati: dal 2020, il Pil reale si è contratto dell’11,3%. Il Pil pro capite tra Gaza e Cisgiordania è solo l’8% di quello di Israele.