Il Bundestag approva la legge per l’autodeterminazione dell’identità di genere. Con 374 voti favorevoli e 251 contrari passa la norma destinata a sostituire la vecchia legge sui transessuali in vigore dal 1980. D’ora in poi in Germania sarà molto più semplice e veloce cambiare nome e identità di genere grazie alla burocrazia ridotta all’osso e ai tempi brevi del nuovo iter. Non sarà più necessaria, quindi, la commissione di esperti con ben due psichiatri che finora decideva per i richiedenti sottoponendoli a colloqui lesivi della dignità e invasivi dell’intimità personale. Il loro insindacabile giudizio valeva come sentenza anche se poi la decisione finale spettava formalmente al tribunale.

«Per oltre 40 anni la legge sui transessuali ha causato molta sofferenza, soltanto perché le persone volevano essere riconosciute per ciò che erano. Oggi abbiamo messo fine a questa ingiustizia» riassume Sven Lehmann, commissario del governo Scholz sui temi Lgbtq. Mentre la deputata dei Verdi, Nyke Slawik, ricorda la fine della discriminazione subita in prima persona. «Come trans dobbiamo prendere atto quotidianamente che la nostra dignità è, in buona sostanza, una questione di mera negoziazione».

Letteralmente, come testimonia ai microfoni della Deutsche Welle, Gabriel Nox-Koenig, portavoce dell’associazione tedesca per la difesa dei transgender. «Provate a immaginare cosa significa non poter pagare con la propria carta di credito, non poter andare dal medico oppure essere accusati di frode. Con la nuova legge si potrà cambiare nome e identità di genere più facilmente e questa discriminazione quotidiana scomparirà».

La nuova norma definisce come trans chi «non si identifica con il genere assegnato alla nascita o non esclusivamente con quello» e si applica anche a «chi non si riconosce esclusivamente in un genere» definito nella legge «persona non binaria». Per loro da adesso sarà sufficiente informare il proprio ufficio anagrafico tre mesi prima di cambiare identità di genere: il tempo strettamente necessario agli uffici pubblici coinvolti per completare la transizione anche dal punto di vista burocratico. Per i minori di 14 anni è previsto il coinvolgimento diretto del rappresentante legale, l’unico che potrà firmare e depositare la domanda; per i maggiori di 14 invece basterà il nulla-osta scritto dei genitori, nel caso di diniego un tribunale si riserverà di decidere basandosi «unicamente sull’interesse del richiedente».