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Oceani hot: «Ondate di calore record fuori stagione»

Oceani hot: «Ondate di calore record  fuori stagione»

L’allarme del Copernicus Marine Service dell’Unione europea

Pubblicato circa un anno faEdizione del 5 agosto 2023

In un trend di ascesa continua dai primi di giugno, la temperatura degli oceani ha toccato questa settimana il record storico di 20,96 gradi centigradi. Mai così alto dal marzo 2016 quando il termometro registrò 20,95° C. Il dato – riportato dal sito della Bbc Science&environment – cita il monitoraggio del clima effettuato da Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell’Ue.

Secondo i fisici oceanografi del Copernicus Marine Service – servizio che, per autodefinizione, «svolge un ruolo cruciale nel monitoraggio delle ondate di caldo nel Mediterraneo, in particolare all’interno delle aree marine protette» – si tratta di un record assoluto, almeno da quando esistono database specifici, avviati quasi un secolo fa. E il dato è tanto più preoccupante perché di solito il picco termico degli oceani si registra nel mese di marzo. Gli scienziati si aspettano quindi, per via probabilistica, che tra otto mesi le temperature possano registrare altri record.

Il picco di calore peggiora con l’effetto serra, spiegano gli oceanografi di Copernicus: «Più bruciamo combustibili fossili, più aumenta la quantità di calore in eccesso che gli oceani dovranno assorbire, e questo farà sì che servirà più tempo per stabilizzarli e riportarli al punto in cui erano», ha riferito alla Bbc la ricercatrice Samantha Burgess.

In particolare, il fenomeno si evidenzia nel Mar Mediterraneo dove le temperature record sono state raggiunte l’anno scorso: «Le ondate di caldo marino nel Mar Mediterraneo sono direttamente collegate al rapido riscaldamento della regione – si legge nel report del programma di osservazione europeo pubblicato due giorni fa – Come evidenziato nell’ultimo Copernicus Ocean State Report 6, la regione del Mediterraneo si è riscaldata a un ritmo superiore alla media globale da quando sono iniziate le registrazioni satellitari negli anni ’80. Inoltre, secondo il rapporto dell’Ipcc dell’Onu sulla regione mediterranea, l’intensità, il numero e l’area totale interessata dalle temperature estreme continueranno ad aumentare in uno scenario di riscaldamento globale». Secondo gli oceanografi di Mercator Ocean International, i mesi estivi del 2022 sono stati i peggiori. «Tra maggio e agosto del 2022, tutte le acque del Mar Mediterraneo occidentale e della regione hanno registrato almeno un Mhw (Marine Heatwaves, ondata di calore marino, ndr), superando gli eventi precedenti nella regione in termini di intensità, durata e impatto totale sulla superficie».

Le conseguenze di un tale fenomeno sono importanti: «L’oceano funge da regolatore climatico vitale, svolgendo un ruolo fondamentale nel mitigare l’impatto delle attività umane sull’ambiente. È responsabile dell’assorbimento di circa il 90% del calore in eccesso prodotto dalle attività antropiche. Questo calore assorbito – sottolinea lo studio di Copernicus – viene successivamente distribuito globalmente attraverso le correnti oceaniche, rilasciandone una parte nell’atmosfera e consentendo al resto di penetrare negli strati più profondi dell’oceano. Tale processo è fondamentale per mantenere l’equilibrio del sistema climatico del nostro pianeta. Tuttavia, questo processo sta mettendo a dura prova il nostro ambiente. Le conseguenze includono l’assottigliamento del ghiaccio marino e delle piattaforme di ghiaccio, gravi impatti sulle specie e sugli habitat marini e un preoccupante aumento degli eventi meteorologici e climatici estremi, come le ondate di caldo marino». Senza parlare dell’impatto sulle specie animali e vegetali marine.

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