E’ andata come previsto. Barack Obama ieri non ha mancato di usare l’elogio funebre di Shimon Peres, al cimitero del Monte Herzl di Gerusalemme, davanti ai leader di una ottantina di Paesi (non c’era Putin, perchè?), per indirizzare una condanna indiretta della politica nazionalista e oltranzista del premier israeliano Benyamin Netanyahu. Quando il presidente americano ha preso la parola, dopo gli interventi del capo dello stato Rivlin, dello scrittore Amos Oz, di Bill Clinton, dei familiari di Peres e di Netanyahu, mentre ancora riecheggiavano le note del brano “Avinu Malkeinu” cantato da David D’or, il premier israeliano ha ostentato tranquillità....