Nuovo raid israeliano a Nablus, uccisi tre palestinesi di Hamas
Territori occupati Due, secondo Israele, erano stati gli autori dell'agguato del 7 aprile nella Valle del Giordano in cui furono uccise tre colone israeliane. A Huwara uccisa una palestinese di 26 anni: avrebbe tentato un accoltellamento
Territori occupati Due, secondo Israele, erano stati gli autori dell'agguato del 7 aprile nella Valle del Giordano in cui furono uccise tre colone israeliane. A Huwara uccisa una palestinese di 26 anni: avrebbe tentato un accoltellamento
Almeno 200 soldati israeliani hanno preso parte al raid che ieri intorno alle 7 ha preso di mira un’abitazione di Nablus in cui si nascondevano Hasan Qatanani e Muath al Masri, due membri delle Brigate Ezzedin Al Qassam, l’ala militare di Hamas, accusati da Israele di aver ucciso lo scorso 7 aprile tre donne israeliane, colone nell’insediamento di Efrat, in un agguato nella Valle del Giordano. Entrambi i palestinesi sono stati uccisi al termine dell’incursione nella città vecchia di Nablus, la roccaforte della Fossa dei Leoni, ormai il più noto dei gruppi armati palestinesi.
AD APRIRE la strada al blitz nel rione Yasmina sono state le unità israeliane Egoz e Yamam con militari travestiti da anziani palestinesi e da donne. Sono stati loro ad individuare l’abitazione – forse con l’aiuto di collaborazionisti – e poi a tenerla sotto tiro fino all’arrivo del grosso delle forze militari. Altre quattro persone sono state ferite dagli spari dei soldati durante un intenso scontro a fuoco con combattenti palestinesi. I bambini di una scolaresca sono rimasti intossicati dai gas lacrimogeni.
Le esplosioni causate da uno, forse due razzi anticarro sparati dai militari israeliani contro il rifugio di Qatanani e Al Masri, hanno ucciso un terzo palestinese, Ibrahim Jaber, proprietario della casa. Il ministero della salute ha riferito che i corpi degli uccisi erano così dilaniati da renderne difficile l’identificazione.
Qualche ora dopo, a Huwara, a qualche chilometro da Nablus, una palestinese di 26 anni, Iman Odeh, è stata uccisa da spari di soldati israeliani quando ha tentato di accoltellare un militare a un posto di blocco. Sono 108 i palestinesi uccisi da forze israeliane dall’inizio dell’anno, secondo un bilancio fatto da media palestinesi che include, oltre a civili, anche militanti armati e responsabili di attacchi.
«Questa mattina abbiamo regolato i conti con gli assassini di Lucy, Maya e Rina Dee», ha commentato con soddisfazione il premier Netanyahu l’esito dell’incursione a Nablus. «Il nostro messaggio a coloro che ci danneggiano e a coloro che vogliono farci del male, è che ci voglia un giorno, una settimana o un mese, potete essere certi che regoleremo i conti con voi. Non importa dove cerchi di nasconderti: ti troveremo. Chi ci attacca ne pagherà il prezzo», ha proclamato Netanyahu ringraziando le Forze armate e la Guardia di frontiera che ha partecipato al raid. Altrettanto ha fatto il ministro della difesa Yoav Gallant.
GLI UCCISI erano membri di spicco del braccio armato di Hamas. Hassan Qatanani inoltre era il cognato Hussam Badran, membro dell’ufficio politico del movimento islamista. Moath al Masri era il fratello di uno scrittore locale, Amer Al Masri. Le Brigate Ezzedin Al Qassam hanno confermato l’appartenenza al gruppo armato dei tre uccisi, descritti in un comunicato come «eroi» e «martiri».
Il premier dell’Autorità nazionale palestinese Mohammad Shtayyeh ha denunciato il governo israeliano come responsabile di «crimini che ogni volta ricominciano in modo più terrificante e mortale, prendendo di mira bambini, donne e anziani».
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