Internazionale

Nuova Costituzione, in Cile è il giorno del plebiscito

Nuova Costituzione, in Cile è il giorno del plebiscitoElisa Loncon e Jaime Bassa, già presidente e vicepresidente della Convenzione costituzionale, in piazza a Santiago per l’"Apruevo", il sì alla nuova Costituzione – Ap

Apruebo o Rechazo? A seconda dell'esito diversi gli scenari possibili dopo il voto. Ma alla Carta di Pinochet non si torna

Pubblicato circa 2 anni faEdizione del 4 settembre 2022

Alla vigilia del plebiscito sulla nuova Costituzione, sono i possibili scenari futuri a tenere banco nel dibattito politico. Ma una cosa intanto è già chiara: che, anche in caso di vittoria del Rechazo, il “no” al testo della nuova Carta, la Costituzione di Pinochet avrà comunque i giorni contati, essendo già stata sonoramente bocciata nel plebiscito (cosiddetto “di entrata”) del 25 ottobre del 2020.

Né sarebbe pensabile, in effetti, che, dopo mesi di estallido social – oggi considerato da una destra ringalluzzita dai sondaggi come una sorta di tentato golpe – e dopo un intero anno di lavori della Convenzione costituzionale, turbolento, difficile, caotico ma anche produttivo, si torni semplicemente al punto di partenza senza passare dal via, come se nulla fosse accaduto. E rischiando magari di scatenare una nuova e stavolta magari anche più travolgente rivolta.

SE IL “RECHAZO”, avrà la meglio, il presidente Gabriel Boric ha già chiarito, del resto, che si procederà ad eleggere – ma non prima di marzo – una nuova Convenzione incaricata di discutere tutto di nuovo. E, si suppone, con un baricentro molto più spostato a destra.

Ma non è neppure da scartare che a occuparsi di tutto sarà il Congresso, mediante un accordo tra tutte le forze politiche diretto a ottenere, secondo uno slogan tanto in voga tra le forze conservatrici, «una que nos una», una Costituzione «che ci unisca», non – si sottintende – come quella, destinata a spaccare il Cile, su cui la popolazione sarà chiamata a pronunciarsi oggi nel cosiddetto plebiscito “di uscita”. Come se a dividere non fossero invece le disuguaglianze che attraversano il paese, dove il reddito annuale a persona dello 0,01% più ricco è pari a 3000 anni di salari minimi.

Manifestazione a favore del “Rechazo”, il no alla nuova Carta (Ap)

NEL CASO INVECE IN CUI l’Apruebo, il “sì” alla Costituzione, finisca miracolosamente per imporsi malgrado la feroce guerra mediatica delle destre, a base di fake news, xenofobia e razzismo («Hanno trasformato i popoli originari in cittadini di prima classe», sono arrivati a dire i sostenitori del Rechazo), l’accordo tra le forze politiche è già bello che pronto. Perché, per rassicurare le preoccupatissime forze conservatrici e indurle a votare per il Sì, le due coalizioni che sostengono il governo Boric – Apruebo Dignidad (Partido Comunista-Frente Amplio) e Socialismo Democrático (la ex-Concertación senza la Democracia Cristiana) – hanno pubblicato un documento con tutte le modifiche, relative a cinque ambiti (sistema politico, plurinazionalità, diritti sociali, potere giudiziario e sicurezza), che si impegnano a realizzare nel caso vinca l’Apruevo.

Contro il «rifiutare per riformare» (la Costituzione di Pinochet) della destra, il messaggio del governo è, insomma, quello di «approvare per riformare» (la nuova Costituzione). Ma in entrambi i casi il rischio è che la trentennale eredità della dittatura resti sostanzialmente intatta. Alla faccia dei giovani scesi in strada nel 2019 sfidando violenze, repressione e carcere, e a volte perdendo la vita, e dei costituenti, tra cui molti rappresentanti del mondo sociale e dei popoli indigeni, che per un anno hanno lavorato tutto il giorno, e spesso anche parte della notte, pensando di fare la storia.

E comunque producendo un testo che, malgrado i molti limiti e gli evidenti compromessi al ribasso – in gran parte riconducibili al contestatissimo quorum dei due terzi imposto dai partiti – ha comunque ottenuto importanti riconoscimenti internazionali, come quello espresso in una lettera firmata da più di quaranta esperti, tra cui gli economisti Thomas Piketty e Ha-Joon Chang: «Il mondo ha molto da imparare dall’esemplare processo della Convenzione e dal visionario testo che si voterà».

PECCATO CHE, grazie all’accordo tra le forze di maggioranza, molti degli aspetti più innovativi del testo si perderanno: il documento diffuso l’11 agosto assicura, tra l’altro, che non verranno eliminati i fondi pensione, né le cliniche private, né i collegi sovvenzionati; che sarà ripristinato lo stato d’emergenza; che tutti gli aspetti più rilevanti della plurinazionalità saranno ridotti all’osso. E che il sistema politico verrà analizzato «per ottenere il miglior equilibrio nel potere legislativo, nel governo centrale e nelle entità territoriali», tanto per rassicurare l’ex presidente Ricardo Lagos, il quale chiedeva il ripristino del Senato (eliminato nel nuovo testo) con tutte le sue attribuzioni.

Tuttavia, evidenziano i sostenitori dell’Apruebo, se proprio ci deve essere un intervento da parte del Congresso, è molto meglio, comunque, che questo avvenga a partire dalla nuova Carta piutosto che dalla Costituzione di Pinochet.

I consigli di mema

Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento