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Nucleare, 1000 miliardi di euro in 10 anni

Nucleare, 1000 miliardi di euro in 10 anniCentrale nucleare ucraina – Reuters

Ucraina Il budget «atomico» esposto nel libro di Hessel «Esigete! Un disarmo nucleare»

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 14 maggio 2014

In giro per il mondo, in ogni minuto della nostra vita e qualsiasi cosa stiamo facendo, ci sono 20.500 bombe atomiche, per un potere distruttivo totale pari a 600 mila volte quella di Hiroshima. Le possiedono i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza con diritto di veto delle Nazioni unite (Usa, Russia, Regno Unito, Francia e Cina) e anche India, Pakistan, Israele e Corea del Nord.

Molti altri paesi le hanno sui propri territori, pronte all’uso o stoccate nei depositi. Circolano per terra e per mare trasportate su portaerei e via strada.

In Europa armi nucleari sono installate nelle basi Nato in Germania, Belgio, Paesi Bassi, Turchia.

In Italia i depositi sono ad Aviano e Ghedi. Dieci sono i porti italiani in cui possono attraccare navi armate di missili nucleari o sommergibili a propulsione nucleare: Augusta, Taranto, Livorno, Brindisi, Gaeta, Castellammare di Stabia, Cagliari, Napoli, Trieste, La Spezia.

Il budget del nucleare militare nel mondo per i prossimi dieci anni è previsto in mille miliardi di euro.

Una cifra che non include il grande comparto di spesa che finanzia l’intersezione fra nucleare militare e civile -con quest’ultimo che nutre la ricerca, la modernizzazione e la capacità di potenziale dei paesi che sono «sulla soglia», non possedendo armi nucleari ma essendo in condizione di produrla.

Queste e molte altre informazioni sono contenute nel breve ma intenso libro postumo di Stephane Hessel Esigete! Un disarmo nucleare totale pubblicato in Italia da Ediesse a cura di Mario Agostinelli, Luigi Mosca e Alfonso Navarra.

È l’ultimo appello che Hessel rivolge ai giovani del suo paese e del mondo intero.

A differenza della Francia, paese dell’autore, in Italia ci sono generazioni di attivisti formati nella lotta contro il nucleare civile e militare. Grandi movimenti di massa nei decenni passati hanno fatto di questa battaglia una grande priorità politica e culturale.

Molti dei dati che il libro riporta sono conservati nel codice genetico di migliaia e migliaia di persone nel nostro paese. Grazie anche a quel patrimonio di esperienza e consapevolezza, siamo stati in grado di vincere due referendum contro il nucleare civile. Eppure, o forse proprio per questo, il libro di Hessel va letto e diffuso, ovunque. È un grande aiuto a far sì che la coscienza antinucleare si rigeneri, si trasmetta, si riproduca.

Hessel, insieme ai curatori del libro, ci ricorda che le armi atomiche sono un pericolo permanente, pervasivo, quotidiano.

Un sottofondo di terrore che accompagna la vita di tutti e di ciascuno anche nei tempi o in luoghi in cui paiono non esplicitamente minacciose.

Chernobyl è un deserto che ancora semina veleno nella terra e nelle vene delle persone, ventotto anni dopo.

La radioattività di Fukushima naviga per gli oceani. Le conseguenze mortali degli esperimenti nucleari dei decenni passati chissà se mai sarà possibile misurarle. Le scorie radioattive riempiono il pianeta -terre dei fuochi sono seminate ovunque.

Sono 146 i paesi che hanno votato all’Onu per una Convenzione di eliminazione delle armi nucleari. Ma la corsa non si ferma, e ci coinvolge direttamente.

Le nuove bombe B61 saranno rese trasportabili entro il 2020 dagli F35. Viene fatto passare per un ammodernamento, in realtà si tratta di un grande salto di qualità: sono bombe che, una volta sganciate, non cadono per gravità ma possono dirigersi su obiettivi specifici.

Il pacifismo è tornato in campo alla grande, con l’Arena di Verona. Ce n’è bisogno, su tanti fronti dell’azione pacifista, mentre con l’Ucraina ritorna la guerra sul continente europeo insieme a una nuova guerra fredda.

Disarmo e lotta al nucleare sono componenti fondanti di un nuovo progetto politico e sociale. Il Presidente della Repubblica ha recentemente tuonato contro l’antimilitarismo. Per fortuna, c’è l’articolo 11 della nostra Costituzione a sancire invece che esso è un valore.

Grazie, partigiano Hessel.

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